«La pasticceria tradizionale marchigiana ha origini umili, è, infatti, dalle campagne che arrivano i suoi dolci tipici, prodotto con ingredienti semplici e facili da reperire, per realizzare ricette poco elaborate e dove la genuinità delle materie prime esprime al meglio i sapori. Il periodo dell’anno più votato al “dolce”, non solo nelle campagna, è quello di carnevale. Un detto marchigiano recita: “di giovedì grasso tutte le padelle fan fracasso” e sta a significare che non vi è casa che, in questo periodo, non si frigga una qualche specialità come per esempio le castagnole, la cicerchiata, gli scroccafust e, appunto le sfrappe. Dolci, piene di vento, leggere e fragili come ali di farfalla. Da un vecchio quaderno conservato da mio padre regalatogli da chissà quale esperta “Vergara” (nelle campagne osimane si chiamava così la padrona di casa o, meglio, della cucina), si trova scritto:
Sfrappe: Quattro uova fresche o sotto calce / Quattro cucchiai di zucchero / Quattro cucchiai di olio / Quattro cucchiai di Mistrà / Mezza scorza di limone grattugiata / Una dose di lievito per dolci /Farina quanta ne prende / Strutto per friggere / Miele. Ma ecco la mia ricetta».
Ingredienti
1000 g › Farina 270 W
100 g › Zucchero
100 g › Burro oppure Olio
350 g › Uova intere
40 g › Vino bianco (Verdicchio)
15 g › Sale (sciogliete nel vino)
60 g › Mistrà (Varnelli)
2 n › Bucce d’arancia grattugiata
1 n › Buccia di limone grattugiato
2 n › Bacche di vaniglia
Procedimento
Amalgamate bene il tutto in planetaria con il gancio. Conservate l’impasto ottenuto in frigorifero, avendo cura di coprirlo bene. Il giorno successivo stendete la pasta molto sottile con la sfogliatrice, tagliate con la rotella a strisce di 2×20 cm e annodate come un fiocco. Friggete, “cullando” in olio di arachidi o strutto.
Le Sfrappe di Armando Lombardi
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