Fin da ragazzo, Salvatore Gabbiano si è fatto guidare da un sogno: creare una pasticceria in cui la tradizione si sposasse con l’innovazione. Oggi ha due punti vendita a Pompei e propone le sue creazioni, sintesi di una continua ricerca della qualità
Parlare di futuro e innovazione nel centro storico di Pompei. Si tratta di una sfida che Salvatore Gabbiano, anima e mani dell’omonima pasticceria partenopea, ha lanciato e continua a lanciare. Prima di tutto a se stesso.
Da sempre è proteso verso un’accurata ricerca sulla materia prima e sui metodi di lavorazione più rispettosi e capaci di estrapolare il meglio da ogni singolo ingrediente. Salvatore si è fatto guidare fin da ragazzo da questa sua fame di conoscenza. E senza accontentarsi mai «delle scarpe comode di chi mi diceva: si fa così da sempre, perché dovremmo cambiare».
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Cambiamento, infatti, è il verbo che tutt’oggi lo accompagna nel lavoro nei suoi due punti vendita a Pompei. Qui propone una pasticceria che parla della sua terra, ma con soluzioni del tutto innovative. «Sono molto legato alle tradizioni – sottolinea presentando con orgoglio le sue proposte tipiche rivisitate secondo il suo stile personale -. Ma allo stesso tempo non smetto di cercare un tocco originale per le mie creazioni, che ritengo essere l’unica via possibile per portare ai massimi livelli l’arte della pasticceria. E così continuare anche a regalare alle persone un’emozione. Quindi innovazione nella ricerca di materie prime e nella loro lavorazione, ma anche nella presentazione e nella struttura del dolce. Questa deve armonizzarsi in un’architettura di colori, strutture e sapori. Noi pasticceri non facciamo un cibo di prima necessità, noi produciamo peccati e i peccati non si fanno a metà: si fanno e basta».
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