L’espresso rappresenta, per gli italiani, un’abitudine dal forte contenuto emozionale. Un rito a cui non si rinuncia e che si vuole condividere, soprattutto sui social
Il caffè è un’abitudine a cui non si rinuncia. Ad affermarlo sono i dati di una survey condotta da Nomisma in collaborazione con Datalytics condotta su un campione di oltre 1000 consumatori. L’analisi, che si è concentrata su chi ha consumato caffè nei 12 mesi precedenti l’indagine, ha rivelato che il 95% dei consumatori beve caffè abitualmente e che il tipo di caffè scelto con maggior frequenza è l’espresso, sia esso del bar, in moka, in cialde, in capsule, decaffeinato… Oltre la metà (58%) dei consumatori di espresso ne beve 1 o 2 tazzine al giorno, mentre ben il 77% dichiara di consumare caffè tutti i giorni la mattina appena sveglio. E in effetti ben il 58% di chi beve caffè espresso lo fa per trovare la giusta carica per affrontare la giornata, ma non manca anche una componente edonistica: il 51% del campione lo sceglie infatti per il gusto; mentre andando a scoprire cosa evoca il pensiero dell’espresso emerge che il 53% dei consumatori lo associa al relax, il 47% al piacere e il 37% lo considera un rito, una tradizione.
I numeri del settore
Secondo i dati resi noti dal Comitato Italiano del Caffè, il settore in Italia impiega circa 7mila addetti, distribuiti in oltre 800 torrefazioni, con un fatturato vendite, per il 2017, pari a 3,9 miliardi di euro, di cui 1,35 derivanti dall’export (+3,3% rispetto all’anno precedente). Le aziende di casa nostra, nel 2017, hanno trasformato circa 9,2 milioni di sacchi (da 60 Kg) di caffè verde, registrando un lieve calo (-1,45%) rispetto all’anno precedente. A fronte di importazioni per 9,4 milioni di sacchi di caffè verde, le esportazioni di caffè torrefatto hanno superato i 4 milioni di sacchi equivalente verde, con un aumento del 4,9 percento rispetto al 2016. L’Italia è il terzo Paese al mondo per importazioni di caffè verde (dietro a USA e Germania) e ancora il terzo (dopo Germania e Belgio) per i volumi di caffè esportati, in tutte le sue forme.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, tuttavia, l’Italia non è ai primi posti per consumi. Lo evidenzia il Corriere Economia, citando dati emersi in occasione della fiera Venditalia dello scorso giugno. Con 300mila tonnellate annue in valore assoluto, il Belpaese si posiziona al sesto posto della classifica, dietro a Stati Uniti (1,6 milioni), Brasile (1,2 milioni), Germania (600mila tonnellate), Giappone (500mila) e Francia (400mila). Anche nei consumi procapite siamo lontani dalle prime posizioni: il primato spetta ai Paesi Scandinavi, ma l’Italia, con i sui 5,8 Kg l’anno, si trova dietro a paesi come Olanda, Svizzera, Belgio e Canada, che però privilegiano infusioni e altri metodi di filtraggio rispetto al nostro espresso.
Nel frattempo sui social…
La pausa caffè è un’abitudine che accompagna gli italiani oltre i luoghi di consumo fisici: la conversazione prosegue nei salotti virtuali dove, solo nel primo trimestre del 2018, prendendo in considerazione i principali canali social, sono stati pubblicati oltre 30mila post dedicati al caffè. Guardando alle performance dei brand più noti, secondo gli algoritmi di social media listening forniti da Datalytics, Nespresso e illy hanno ricevuto il maggior numero di menzioni, mentre Lavazza è il brand che ha generato più engagement. I più attivi sui social sono stati Kimbo e Segafredo, mentre Pellini è il marchio che ha registrato la crescita della fanbase più consistente. Trending topics legati al mondo del caffè sono argomenti come “capsule compatibili”, “cialde” e “amazon”.