Gli economisti parlerebbero di una multinazionale tascabile, che poi ormai ha raggiunto dimensioni difficilmente contenibili in una tasca perché quest’anno Casa Optima Group raggiungerà e quasi sicuramente supererà la soglia del “quarter billion”, come dicono gli americani. Un player di riferimento, dunque, per tutto il sistema mondiale del gelato artigianale, poiché i suoi ingredienti sono destinati a raggiungere i punti vendita presenti in ogni angolo del mondo. Partendo dall’acquisizione del marchio Mec3, l’azionista di maggioranza ovvero il fondo di private equity Charterhouse è riuscito a creare un gruppo presente in tre diversi Paesi a livello produttivo, ma con la testa e la maggioranza della produzione all’interno dei confini italiani, e forte di otto marchi, tra i quali compare anche la parte ice&pastry dello storico brand di cioccolato Pernigotti. La gelateria è il core business, ma le attenzioni di Casa Optima Group vanno oltre il confine dell’ice cream per estendersi fino agli ingredienti e alle decorazioni per pasticceria e con un piede già ben inserito nella mixology che, come ha raccontato in quest’intervista il Ceo Francesco Fattori, rappresenta la nuova promettente frontiera per alzare l’asticella dei traguardi e concretizzare potenzialità di business ancora inespresse.
Partiamo dai numeri. Quanto pesa oggi Casa Optima Group in termini di produzione, fatturato ed export?
A fine anno supereremo il traguardo dei 250 milioni di ricavi, di cui il 70% generati dall’export, con una crescita prossima alla doppia cifra e quindi superiore alla media del mercato, stimata al +5%. Riusciremo così a confermare un trend di incremento costante negli ultimi anni, con la sola battuta d’arresto legata alla pandemia. E ci tengo a sottolineare come nel 2021, anno azzoppato dalle ripetute chiusure delle attività dei nostri clienti, il fatturato di Casa Optima Group fosse già in linea con quello del 2019. Siamo un’azienda italiana che vende qualità e made in Italy nel mondo, coprendo più di 150 nazioni. Laddove non siamo presenti è per ragioni di natura geopolitica o semplicemente perché non c’è un mercato per i nostri prodotti: ed è vero che non è facile vendere gelati al Polo Nord, ma noi possiamo essere contenti perché con i nostri prodotti arriviamo in Islanda.
Essere internazionali anche a livello produttivo, come nel vostro caso, aiuta?
Su cinque nostri siti produttivi, tre sono in Italia e due all’estero. In Italia abbiamo la sede principale di San Clemente in Romagna, base produttiva per il nostro core business ovvero gli ingredienti per gelateria; il polo alessandrino nella sede storica dell’azienda Giuso Guido acquisita nel 2018, dedicato alla produzione di canditi e che fa anche da backup per l’ingredientistica da gelateria; infine Cuvio, stabilimento rilevato con l’acquisizione di Modecor, specializzato in prodotti per la decorazione. Siamo poi presenti in Francia con il nostro sito di backup per la pasticceria e la decorazione e in Brasile, da dove riforniamo l’area Latam e che utilizziamo anche come testa di ponte per penetrare in nord America.
Come è organizzato il gruppo?
In tre differenti business unit. La principale è quella degli ingredienti per gelateria, da cui dipende l’80% del fatturato e all’interno della quale, per ragioni sinergiche, opera anche la seconda unità di business dedicata al beverage, diversificazione avviata nel 2021 con la creazione del brand Doumix che oggi vale un paio di punti percentuali in termini di ricavi. La terza è la pasticceria, che genera il restante 20%.
Arriverà una quarta business unit nel futuro?
Potrebbe essere. Tutto nasce dalla nostra capacità di individuare delle opportunità di sviluppo a livello organico, come è avvenuto per il beverage con Doumix, o inorganico, attraverso acquisizioni o con l’ingresso in mercati potenziali o sinergici per il gruppo. In Casa Optima Group è stata delineata una strategia molto chiara sia per le categorie nelle quali operiamo sia per l’intersezione tra le stesse categorie, e poi si aggiunge la strategia m&a per individuare quelle opportunità che si sposano perfettamente con la nostra attività.
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La diversificazione è un punto di forza o una debolezza?
È un valore aggiunto, perché l’eccessiva concentrazione rappresenta un fattore di rischio per ogni azienda, finendo per far aumentare il potere contrattuale della controparte. Certo, trentamila clienti rappresentano una complessità in termini gestionali e ancor più se si tratta di una clientela come la nostra, che richiede un altissimo livello di tailorizzazione nei prodotti – le nostre linee sono perlopiù personalizzate – e nel servizio. Da qui trae origine l’alto ebitda che ci contraddistingue, perché nel mercato in cui operiamo esistono delle variabili, a noi riconosciute, che valgono molto più del prezzo e si chiamano qualità, continuità di business, innovazione, servizio. Per i nostri clienti, queste variabili sono molto più importanti di uno sconto prezzo concesso da chi non le può garantire. Peraltro, il costo più elevato dei nostri prodotti pesa relativamente sui costi totali a carico del cliente, perché la loro incidenza è relativa e nettamente inferiore rispetto a voci quali le commodities, la manodopera e le utilities.
La destagionalizzazione vale anche per il cioccolato?
Premettendo che in quest’ambito non siamo fornitori di cacao bensì di applicazioni decorative, direi che vale ancor più per il cioccolato e non solo perché il suo consumo, spinto dalla comunicazione in gdo, sta aumentando vertiginosamente, ma perché Casa Optima ha tra i suoi prodotti un punto di forza clamoroso: la preparazione delle brandizzazioni della pasticceria con le etichette di cioccolato. Si tratta, in pratica, del nome della pasticceria che viene applicato alla monoporzione o ad altre creazioni del pasticcere. Un accessorio ormai diventato fondamentale, perché è la prima cosa che il cliente nota e mette in bocca. E noi produciamo il 50% delle etichette di cioccolato presenti nel mercato. Se la decorazione in generale ha una crescita moderata, quella con il cioccolato cresce da anni a doppia cifra.
Quanto conta per voi l’ambito R&D?
Abbiamo una quarantina di risorse dedicate all’innovazione, primo driver di crescita per Casa Optima Group: su base rol, nei tre anni, il 10% del fatturato deriva dagli investimenti effettuati in quest’ambito. Del resto, l’importanza delle nostre novità la si nota a Sigep, quando i clienti affollano il nostro stand per vedere cosa abbiamo creato di nuovo. L’innovazione più rilevante, per ritorno economico, è l’utilizzo delle licenze che ha rappresentato una rivoluzione copernicana nel mondo della gelateria, grazie all’appeal di marchi come Pokemon o come la novità Baileys. E siamo convinti che l’impatto delle Salty Creations sviluppate da Mec3 sarà rilevante nei prossimi anni, perché farà riflettere i nostri clienti sulle opportunità incrementali del business: anche in questo caso, abbiamo anticipato i tempi realizzando un gelato salato partendo da una base dolce, frutto di un lavoro tecnologico incredibile e che ci pone, di fronte ai nostri clienti, con un’aurea totalmente diversa.
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