Dietro un profilo Instagram di grande successo, Le Torte di Simona, c’è una giovane e appassionata pasticciera, Simona Galimberti, che con uno stile fresco, basato sulla spontaneità e il no filter, si è conquistata un posto distintivo nell’affollato panorama dei produttori di contenuti a tema food.
E anche nel cuore di chi la segue, che ne apprezzano l’intenzione, percepibile con chiarezza, di trasmettere un messaggio fatto di leggerezza e positività, preciso e dettagliato nella condivisione di passaggi, ingredienti e tecniche di preparazione. Dolcesalato l’ha incontrata per conoscerla meglio.
Il sorriso è uno dei tuoi tratti distintivi. Qual è la torta che fa più sorridere, secondo te?
Intanto grazie. La torta capace di strappare un sorriso a tutti credo sia la crostata che con forme e ripieni diversi ha un forte potere evocativo. Mi è capitato, infatti, di scoprire come tutti vi associno un ricordo o un momento particolare.
Cosa o chi ti ha spinto ad aprire un profilo social e condividere i tuoi contenuti? Come ti organizzi rispetto a IG e Tik Tok?
I social sono stati un’idea di mio cugino tanti anni fa. Voleva che iniziassi a condividere ricette e creazioni quotidianamente. Solo dopo qualche anno ho iniziato a divertirmi e a considerarli una “vetrina” virtuale. Dopo la scomparsa improvvisa di mia madre, mi sono trovata a un bivio e ho deciso di aprire il mio cuore e considerare il mio profilo – i social- come qualcosa di vivo, un diario da riempire con tutta me stessa. Per le pubblicazioni ho una sorta di “scaletta” mentale che può ripetersi, ma mai con le stesse cose. Mi piace alternare ricette dolci e salate e condividere dei pensieri del tutto spontanei per far pulsare la mia pagina di vita e di realtà.
Quali sono gli elementi più riconoscibili del tuo modo di fare storytelling?
Sono estremamente spontanea, mi mostro così come sono, a volte anche appena sveglia, senza trucco, sempre semplice, cercando di mandare più messaggi positivi possibili, il tutto condito con una gran voglia di cucinare.
L’amore per le torte è di famiglia? C’è un dolce con cui hai un particolare legame affettivo o che è legato a un ricordo particolare?
L’amore per le torte è di famiglia nel senso che tutti hanno sempre amato mangiarle, ma le donne di casa erano maestre nel salato e io mi sono ritagliata il mio spazio nel dolce e ho trovato qui il mio modo di prendermi cura di chi amo. Sono legata alla Pavlova, la torta sperimentata per mia mamma e che mi ha dimostrato che tutto è molto più semplice di quanto si creda.
E poi c’è il dolce che ho scelto di condividere con voi, una ciambella biscottata, semplicissima e tanto buona. Era la torta preferita di mio nonno che gli faceva sempre mia nonna. Fortissima nei suoi cavalli di battaglia salati cucinava solo questo dolce che le veniva sempre benissimo. Mio nonno poi si occupava del vino e della più buona e colorata macedonia che abbia mai mangiato. I pranzi della domenica hanno accompagnato la mia crescita e sono una parte importante di me.
Scopri la ricetta della Ciambella Biscottata senza stampo ↓
Il tuo libro è diviso in stagioni. Qual è la tua preferita – a livello personale e in cucina – e perché?
La Primavera. Sono mesi dolci dove si esce dal torpore invernale e si abbracciano profumi e sapori che mancavano al corpo. Le giornate si allungano, le ossa tornano a scaldarsi al sole e la natura mostra tutta la sua bellezza. La frutta, che io amo, inizia una danza di colori e sapori e le ricette seguono questa magica abbondanza.
Dove ti vedi tra 10 anni? Hai un sogno nel cassetto?
Se dobbiamo sognare a occhi aperti allora facciamolo bene! Mi vedrei 6 mesi in città e 6 mesi in Grecia. Nei mesi in città, mi piacerebbe creare un club del tè in cui parlare con le persone, dialogare di cucina, di vita e svelare come dietro a una ricetta ci possano essere piccoli segreti e le giuste attitudini per una vita serena e piena. Nei mesi al mare… porte aperte per una virtuale Taverna di Simona in cui unire le tradizioni della cucina greca e italiana.
Leggi l’intervista completa sull’ultimo numero di Dolcesalato ↓