Tutto è cominciato in Giappone. L’inconfondibile Yayoi Kusama è nata a Matsumoto il 22 marzo 1929 da una famiglia di commercianti di che possedeva un vivaio. In un primo momento si dedicò allo studio di uno stile di pittura tradizionale. Una volta trasferitasi a New York, nel 1958, entrò in contatto con le avanguardie artistiche dell’epoca. Ma non dimenticò mai le zucche che disegnava fin da quando era bambina, e ben presto cominciò a rivestire muri, pavimenti, tele, oggetti quotidiani e corpi nudi con un’infinità di pois, trasformandoli in una cifra stilistica. «Il pois ha la forma del sole, che è un simbolo dell’energia di tutto il mondo e della nostra vita, e anche la forma della luna, che è calma. (…) I pois sono una via verso l’infinito».
Oggi l’arte di Yayoi Kusama è popolare, riconoscibile, ogni sua mostra ha un grande successo. Ma non è affatto leggera e spensierata come sembra. Fin dall’infanzia l’artista ha sperimentato degli stati allucinatori che includevano fiori, distese di punti, lampi di luce, e la genesi delle superfici ossessivamente coperte di pois non è quindi casuale. Le condizioni di salute dell’artista l’hanno portata più volte a essere ricoverata in ospedali psichiatrici e dal 1977, per scelta volontaria, risiede in un centro di cura, pur continuando a lavorare e a esporre.
LA SEMPLICITÀ SI FA ICONA
Al di là delle radici profonde che danno linfa ai lavori di Kusama, è interessante notare come un semplicissimo pallino su fondo colorato, ripetuto e combinato, possa diventare una cifra iconica. Si tratta di un concetto che hanno ben presente i graphic designer che lo applicano soprattutto quando si tratta di creare un logotipo. Le forme basilari spesso risultano le più efficaci per comunicare un messaggio e sono anche quelle che, per la loro facilità di applicazione, consentono un uso più versatile. In questo periodo le opere di Yayoi Kusama sono protagoniste di due importanti esposizioni. Una al Gropius Bau di Berlino e l’altra al New York Botanical Garden (fino al 31 ottobre). Quest’ultima – che ripercorre l’intera carriera dell’artista giapponese – ha per titolo Cosmic Nature e la suggestione, oltre che dalle tinte sgargianti puntinate e dalle celebri zucche, è data anche dal dialogo tra l’ambiente naturale del giardino e le monumentali installazioni, molte delle quali a tema floreale. Ed ecco che una formula grafica consolidata, adottata con convinzione e immedesimazione, può diventare ancor più comunicativa della firma: ciò vale anche per tutti i professionisti della pasticceria che intendono distinguere le loro creazioni da quelle standardizzate.