Bon Wei:la nuova eleganza della Cina a Milano

Bon Wei:la nuova eleganza della Cina a Milano

Bon Wei è un ristorante di alta cucina cinese progettato e studiato secondo i canoni della Cina contemporanea. Nessuna nota fusion, nessuna estremizzazione della tradizione, ma una cucina classica, principalmente cantonese, che si completa in una carta di 101 piatti suddivisi per categorie-zuppe, riso, agnello, maiale, gamberi-tutti con ingredienti di piena qualità presentati con molta cura. Aperto in via Castelvetro, vicino a C.so Sempione, il Bon Wei è diretto da Ike Wang e Wang Pei. Il ristorante porta a Milano una nuova immagine della cucina cinese: “Ci siamo ispirati al nuovo design delle grandi città d’Oriente, come Pechino, Hong Kong e Shanghai”-racconta wang Pei. Il risultato è una fascinosa location ideata dall’architetto Carlo Samarati, già affermato nel mondo della ristorazione. E’ un ristorante che-con i suoi pannelli di lacca, con il marmo indiano che decora l’entrata e con l’originale powder-room a vista su strada- dà una nuova immagine della Cina. Delizioso il giardino orientale su cui si affaccia con una vetrata la seconda sala. Creativa la scelta dei pomelli del mobilio costituiti da vere palline da golf.
 
UN MENU DI 101 PIATTI BEN DIVISI IN BASE ALL’INGREDIENTE PRINCIPALE
Se l’insegna è l’unione di due lingue, il francese e il cinese, “bon” come buono, “wei” come gusto, i
numerosi piatti della carta rappresentano un viaggio dal Nord a Sud-Est, passando per la nota
provincia dello Sichuan, con predilezione per le specialità cantonesi, fra sapidità agrodolci, speziate,
appena piccanti o fortemente pepate. Tutte servite su un raffinato servizio in bone-china bianco
firmato Villeroy & Boch e spesso accompagnate da una scenografica scultura di zucca o di carota.
In cucina lo chef Guoqing Zhang, che vanta diverse esperienze a Hong Kong, ha messo a punto,
insieme ai titolari, ricette nuove e ha escluso i canonici pollo alle mandorle, riso alla cantonese e
involtino primavera. Ha invece mantenuto un classico come l’Anatra alla pechinese, laccata in casa,
e, su richiesta, sfilettata in sala dallo chef. Proposta anche in porzione singola e senza prenotazione
anticipata.
L’ideale è cominciare con la cerimonia dei dim sum (in menu sotto la voce “antipasti”): svariate
portate di ravioli la cui pasta è fatta in casa e speciali involtini conditi con verdure, carne o pesce
accompagnati dal tè. Originali i Fiori di involtini con ripieno di gamberi; Ravioli di carne alla
griglia, morbidi e croccanti insieme; Shao Mao di gamberi, morbidi ravioli aperti con ripieno dal
color aranciato. Per proseguire, la scelta è vasta. Si può scegliere la carne o il pesce, entrambi ben
raccontati in menu, oppure, tra le specialità, anche la Fonduta con rane o la Zuppa di pinne di
pescecane o di abalone, zuppe che per gusto e consistenza seguono la scuola cinese che le vuole
dense e a volte gelatinose; il riso e i noodles risultano saporiti e conditi con verdure, zafferano,
baccalà o in versione agropiccante. Tra le ricette che vanno per la maggiore, i gamberi piccanti alla
Kon Pao, da Pechino; il Manzo con i porri e l’Agnello allo spiedo, dalla Cina del Nord; i Gamberi
alla Bon Wei, delicatamente fritti e avvolti in un nastro di pasta fillo; i morbidi Calamari saltati nell’aceto o il Rombo saltato con verdure di cui si mangiano anche pelle e guancia. Tipicamente cinesi anche i dolci della casa, dal delicato Budino di zucca alle più tradizionali Polpette di riso e cocco o Polpette dolci fritte con sesamo nero e scorza d’arancia, fino al Gelato caramellato con mandorle. In perfetto abbinamento, le birre artigianali di Via dei Birrai 32, una selezione di tè firmati Arte del Ricevere o un calice di  vino, scelto dall’esaustiva carta con etichette italiane e qualche presenza straniera.

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