Da gennaio impazza la (ri)scoperta e da allora è moda. Si affitta il ristorante, ma il cuoco no. Si invitano amici per una cena preparata in modo originale ma con ingredienti ricercati. Che cosa ha un ristorante più di una casa? “La cucina professionale, la creatività stimolata dal luogo inusuale, gli spazi e il divertimento”, ecco la risposta di chi ha provato. Per i ristoratori non è un business, ma di certo un modo per arrotondare e per avere il locale sempre aperto, creando l’illusione di un continuo movimento. La moda nasce da un’idea sviluppata in Cina: il prestito delle cucine ai clienti. In Europa e negli Usa già da anni si sono usate cucine professionali per organizzare corsi incentive per insegnare a lavorare in squadra e in situazioni stressanti. Ma dove è più facile trovare “ristoranti in affitto”? A Milano, a Roma, in qualche località di mare o di montagna, soprattutto quando la stagione turistica termina. Si preferisce affittare nel giorno di chiusura e mettere a disposizione il proprio staff. Le tariffe partono da qualche centinaio di euro e salgono fino migliaia. Tutto dipende dalle dimensioni del locale, dal numero di tavoli, dal servizio richiesto e dalla eventuale spesa. In genere lo chef improvvisato preferisce cercare da solo l’ingrediente, preferendo la rarità, spesso ricercata su Internet.
La mia serata la organizzo al ristorante
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