Le nature morte possono suggerire nuovi modi di presentare mele, pesche, uva e innumerevoli meraviglie che ci offre la natura, stimolando inoltre la riscoperta di deliziosi frutti antichi e l’arte del marzapane
La più celebre è la Canestra di frutta di Caravaggio, conservata alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano. La natura morta è un’opera che ritrae fiori, frutta, cacciagione o oggetti di vario tipo, come strumenti musicali o libri. Si tratta di un genere artistico praticato fin dall’Antichità, ma solo nell’Europa del Seicento acquistò una sua autonomia, cominciando a godere di una grande fortuna. Avvenne soprattutto nelle Fiandre, dove furono realizzati dipinti straordinari che ancora oggi ci affascinano. Nella foto vi proponiamo l’opera di un artista olandese non molto conosciuto, ma che ben rappresenta il tema (Johannes Hannot, Natura morta con frutta, 1668, Amsterdam, Rijksmuseum).
SIGNIFICATI
Se a prima vista questi quadri sembrano riprodurre fedelmente oggetti quotidiani, in realtà nascondono spesso significati simbolici e allegorici che, nella maggior parte dei casi, riguardano la fugacità della vita. Le vanitas, come vengono definite tali nature morte, si riconoscono perché includono fiori appassiti, frutti raggrinziti, insetti che minacciano l’integrità di prugne, fichi & co. Nei secoli passati, chi osservava questi dipinti era portato a riflettere sulla fragilità dell’esistenza e sulla bellezza, sempre effimera e passeggera. Ma un altro aspetto da ricordare in merito alle nature morte è che il genere si diffuse proprio nel Seicento, parallelamente allo sviluppo dell’interesse scientifico verso la natura.
NEL CORSO DEL TEMPO
Tra i pittori che si cimentarono con più o meno sontuose composizioni di frutti, fiori, carni e pesci, di solito ritraendoli dal vero, menzioniamo il fiammingo Jan Brueghel il Vecchio, il piacentino Felice Boselli, il bergamasco Evaristo Baschenis e poi Jean-Baptiste- Siméon Chardin, Henri Fantin- Latour e gli impressonisti Paul Cézanne e Claude Monet. Si giunge poi al Secolo Breve con Pablo Picasso e Giorgio Morandi. Oggi si potrebbe pensare che la natura morta sia passata di moda. E invece no! Ha solo cambiato tecnica: al posto di cavalletto, tela e pennelli, si usa spesso la macchina fotografica.
RISCOPRIRE I FRUTTI
Fresca o candita, sciroppata o di marzapane: la frutta conferisce alla pasticceria freschezza, succulenza, sapori inimitabili. E le nature morte possono suggerire agli artigiani nuovi modi per presentare mele, pesche, uva e altre innumerevoli meraviglie che ci offre la natura. E lo fa stimolando inoltre la riscoperta di deliziosi frutti antichi di cui si conserva memoria anche nei dipinti del Seicento. Le vetrine si possono riempire di dessert ispirati alle nature morte. Perché ad esempio non recuperare l’antica tradizione della frutta di marzapane, che con accortezze particolari può essere accostata a frutti veri, foglie e fiori per un effetto wow. Ma anche la decorazione delle torte può trarre linfa da quei trionfi di frutta che incantano con la loro bellezza e soddisfano il desiderio di golosità irresistibili (nonché salutari).