di Roberta Suzzani
Un giorno a respirare cucina di alta qualità targata Emilia Romagna. Cento Mani di Questa Terra, la manifestazione andata in scena lunedì 20 aprile a Polesine Parmense organizzata dall’associazione Chef to Chef guidata da Massimo Spigaroli, affiancato da Massimo Bottura e Paolo Teverini, è stata “semplicemente” questo: un giorno dedicato a respirare, osservare, studiare, assaporare la cucina di un gruppo di amici innamorati dei fornelli. Un giorno per perdersi tra approfondimenti e show cooking, stuzzicando salame, culatello e lardo, pane di kamut, ravioli e chisolini della Valdarda fritti al momento. Un giorno in cui alle cento mani dei cinquanta chef emblema del territorio si sono affiancate altre centinaia e centinaia di mani di produttori, allevatori, vignaioli, casari e panificatori che hanno lavorato ininterrottamente per più di dieci ore, regalando ai palati presenti l’emozione del sapore della qualità tra assaggi di piatti della tradizione e la grigliata finale in riva al Grande Fiume.
Nascosti tra il pubblico, a caccia di piattini, Davide Oldani, Igles Corelli e Gennarino Esposito. Alle padelle le eccellenze dell’Emilia Romagna. Volti noti come Pier Giorgio Parini del Poggio del Diavolo a Rimini, Franco Cimini dell’Antica Osteria del Girasole di San Giovanni in Persiceto a Bologna, Raffaele Liuzzi dell’omonima locanda a Cattolica, Valentino Marcatilli del San Domenico a Imola e Aurora Mazzucchelli del Ristorante Marconi a Sasso Marconi. Ma anche tanti talenti emergenti come il giovanissimo Mattia Borroni chef dell’Alexander di Ravenna. Venticinque anni e una passione per la cucina vegana che, però, a Polesine ha lasciato da parte per preparare la sua interpretazione di una classica carne cruda e asparagi con riduzioni di aglio ed erbe selvatiche accompagnate da aceto balsamico tradizionale di Modena. Un piatto semplice per gli ingredienti utilizzati, ma allo stesso tempo complesso al palato capace di sposare sapori decisi come l’aglio e l’aceto con i gusti delicati delle erbe spontanee e degli asparagi giovani.
Di poco più “vecchio” Gianluca Gorini, chef de Le Giare, ha reinterpretato la cucina di pesce preparando le sue Conchiglie di polpa di canocchia. Un piatto sorprendente per la creatività – una sottile pasta croccante con un cuore di canocchia – e per il sapore di mare che esplodeva al morso.
Tra amarcord e omaggio alle vallate piacentine, i fagottini agli asparagi e verdurine saltate con erbe spontanee di Filippo Chiappini Dattilo, chef dell’Antica Osteria del Teatro, hanno idealmente percorso le campagne attorno a Trebbia, Nure e Arda. Luoghi ricchi di profumi e colori e quei sapori che lo chef ha saputo racchiudere in un fazzoletto di pasta fresca, ripieno di patate e asparagi insaporiti da una riduzione di verdure di stagione.
Un giorno così, dedicato al buon cibo raccontato, preparato e gustato secondo le inclinazioni e le idee di veri artisti della cucina.
Cento Mani di questa Terra
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