Dopo i manager delle aziende, è la volta di due grandi pasticceri e cioccolatieri. Ecco cosa hanno risposto alle nostre quattro domande.
Le domande
1. Che cosa è il Sigep oggi?
2. Perchè avete scelto di partecipare?
3. Quali sono i suoi punti di forza?
4. E le sue debolezze?
Gianluca Fusto, consulente pasticciere e cioccolatiere
1. Oggi il Sigep è la più importante fiera italiana di respiro internazionale, un appuntamento imperdibile per tutti i professionisti e le aziende del settore.
2. Emotivamente sono molto legato a questo evento perchè qui posso rincontrare persone che non vedo da tempo, con le quali sono cresciuto negli anni. Il Sigep è sempre un momento di sintesi tra passato, presente e futuro: qui si ricorda di ciò che si era, si capisce chi si è oggi, e si può cogliere la direzione verso cui si sta andando o si vuole andare.
3. Il Sigep ha creduto fortemente e ha investito sui concorsi che hanno permesso di sviluppare una sempre maggiore affluenza e apertura sul fronte internazionale: questo è un punto fondamentale per un Paese come il nostro che punta a diventare sempre più professionale ed esportare il famigerato made in Italy.
4. Se continua così, credo che il problema più importante del Sigep sarà lo spazio, quando una manifestazione cresce anche il contenitore deve evolvere.
Danilo Freguja, consulente pasticciere e cioccolatiere
1. Credo che il Sigep sia una grande vetrina, un luogo d’incontro e un importante punto di contatto tra aziende e operatori, a livello nazionale e internazionale. È senza dubbio la manifestazione più ricca del settore dal punto di vista degli eventi, dei concorsi e delle categorie merceologiche coinvolte.
2. Dopo 35 edizioni frequentate, devo dire che il mio punto di vista è cambiato. Quando ero ragazzo venivo al Sigep con quello spirito di curiosità, quella carica e voglia di rinnovamento che mi portava a captare idee, assimilare nozioni e stimoli da tutto ciò che avevo intorno, dai maestri alle aziende. Oggi mi trovo dall’altra parte: sono io che trasmetto il mio sapere e la mia esperienza ai giovani, e questo mi fa sentire molto più responsabilizzato.
3. Credo che in tutti questi anni il Sigep abbia aiutato il settore a crescere, grazie alla miriade di eventi e ai concorsi mondiali, all’apertura verso i mercati internazionali, al coinvolgimento di settori affini alla pasticceria, come il caffè, il bakery e la ristorazione.
4. Sono convinto che oggi sia necessario superare il modello fieristico tradizionale. Credo che servano luoghi e tempi dove si possa andare oltre al contatto superficiale, dove, in quest’epoca di disorientamento valoriale, sia possibile approfondire le relazioni umane, condividere momenti di riflessione che vanno oltre l’abilità tecnica, soffermandosi sul senso di ciò che facciamo e per quali obiettivi.
Le domande
1. Che cosa è il Sigep oggi?
2. Perchè avete scelto di partecipare?
3. Quali sono i suoi punti di forza?
4. E le sue debolezze?
Gianluca Fusto, consulente pasticciere e cioccolatiere
1. Oggi il Sigep è la più importante fiera italiana di respiro internazionale, un appuntamento imperdibile per tutti i professionisti e le aziende del settore.
2. Emotivamente sono molto legato a questo evento perchè qui posso rincontrare persone che non vedo da tempo, con le quali sono cresciuto negli anni. Il Sigep è sempre un momento di sintesi tra passato, presente e futuro: qui si ricorda di ciò che si era, si capisce chi si è oggi, e si può cogliere la direzione verso cui si sta andando o si vuole andare.
3. Il Sigep ha creduto fortemente e ha investito sui concorsi che hanno permesso di sviluppare una sempre maggiore affluenza e apertura sul fronte internazionale: questo è un punto fondamentale per un Paese come il nostro che punta a diventare sempre più professionale ed esportare il famigerato made in Italy.
4. Se continua così, credo che il problema più importante del Sigep sarà lo spazio, quando una manifestazione cresce anche il contenitore deve evolvere.
Danilo Freguja, consulente pasticciere e cioccolatiere
1. Credo che il Sigep sia una grande vetrina, un luogo d’incontro e un importante punto di contatto tra aziende e operatori, a livello nazionale e internazionale. È senza dubbio la manifestazione più ricca del settore dal punto di vista degli eventi, dei concorsi e delle categorie merceologiche coinvolte.
2. Dopo 35 edizioni frequentate, devo dire che il mio punto di vista è cambiato. Quando ero ragazzo venivo al Sigep con quello spirito di curiosità, quella carica e voglia di rinnovamento che mi portava a captare idee, assimilare nozioni e stimoli da tutto ciò che avevo intorno, dai maestri alle aziende. Oggi mi trovo dall’altra parte: sono io che trasmetto il mio sapere e la mia esperienza ai giovani, e questo mi fa sentire molto più responsabilizzato.
3. Credo che in tutti questi anni il Sigep abbia aiutato il settore a crescere, grazie alla miriade di eventi e ai concorsi mondiali, all’apertura verso i mercati internazionali, al coinvolgimento di settori affini alla pasticceria, come il caffè, il bakery e la ristorazione.
4. Sono convinto che oggi sia necessario superare il modello fieristico tradizionale. Credo che servano luoghi e tempi dove si possa andare oltre al contatto superficiale, dove, in quest’epoca di disorientamento valoriale, sia possibile approfondire le relazioni umane, condividere momenti di riflessione che vanno oltre l’abilità tecnica, soffermandosi sul senso di ciò che facciamo e per quali obiettivi.
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