Cré Seren: il balcone della serenità

Cré Seren: il balcone della serenità

Crè, balcone della Val di Susa, e Seren, nome della titolare, ma anche sinonimo di tranquillità, è il nome giusto per un agriturismo che propone cucina piemontese e vini prodotti dall’azienda Martina. Cré Seren ha poi una particolarità: propone un ottimo menù per celiaci. “Mi sono accorta – ci racconta la titolare Serena Martina- qualche anno fa di essere celiaca e mi sono resa conto come sia una malattia  penalizzante se vuoi cenare al ristorante. Così ho deciso di studiare menù sfiziosi per chi soffre del mio stesso disturbo”. Oltre a mangiare, l’agriturismo permette il soggiorno,  disponendo  di 4 camere, 4 appartamenti per un totale di 25 posti letto. Molti ospiti visitano poi la cantina, a pochi passi dal ristorante, curiosi di conoscere la “viticultura eroica”.

Nata 15 anni fa a Giaglione, in Val di Susa, l’Azienda Agricola Martina, produce vini come l’Avanà Doc e il Dolcetto Doc, vini dal carattere deciso, figli di una montagna capace di offrire prodotti di qualità.” La  nostra viticoltura – ci racconta Gianluca Martina, titolare dell’azienda- affonda le sue radici nella storia, anche se la Doc Valsusa risale solo al 1997 e deve fare i conti con il frazionamento dei vigneti e con il fatto che numerosi vigneti sono a 800-1000 metri, su pendii ripidi”.Avanà, becouet, chatus, grisa nera, baratuciat, gros blanc  sono alcuni dei vitigni che rendono questa valle ricca di particolarità enologiche, tutte da scoprire. E’ difficile proporli? “Se riesci a portare il cliente in cantina, e a farli degustare, spiegandoli, li convinci”- continua  Gianluca Martina. “Noi serviamo una trentina di ristoranti della zona e qualche enoteca”. Producete vino biologico? “Impossibile. Sono troppi i vigneti abbandonati, pieni di parassiti. Ci vorrebbe l’obbligo di estirpazione all’atto dell’abbandono”. Come commercializzate i vostri vini? “Noi abbiamo una piccola produzione di nicchia. Produciamo 11 etichette, sicuramente una scelta antieconomica, ma ci piace lavorare in cantina, fare ricerca. In questo modo proponiamo al ristoratore vini che possono accompagnare l’intero menù. Il nostro interesse è fare conoscere i nostri vini per promuovere il turismo in Val di Susa”. Come in ogni azienda di montagna, dedita ad un’economia di sussistenza, non c’è solo la produzione vitivinicola, ma anche quella legata all’orto, ai frutteti, ai castagneti e all’allevamento degli animali. Di queste attività, si occupa la moglie di Gianluca, Serena. E’ Serena a raccontarci un po’ di storia: “una volta gli uomini lavoravano nelle fabbriche di Susa, oggi quasi tutte chiuse, e nel week end lavoravano la terra, ereditata dai nonni. Oggi molti hanno scelto di tornare al lavoro contadino, una scelta di vita importante, consapevole. Chi lo ha fatto, ha applicato conoscenze scientifiche, ha aumentato la voglia di sperimentazione. Cosi, per esempio, mio marito sta sperimentando l’innesto di vitigni dell’Alto Adige. Questo ha provocato uno scontro generazionale: se una volta era importante solo produrre, oggi conta di più la qualità raggiunta. Per nostra fortuna noi abbiamo goduto dell’aiuto dell’Università di Torino, che ha promosso la ricerca e ci ha spinto a credere nella possibilità di potere produrre ottimi vini. Abbiamo fatto un grosso sforzo, abbiamo dovuto cambiare cultura, accettare una sfida difficile”. Una sfida sicuramente vinta con il sorriso e con tanta voglia di raccontarla con orgoglio! Di Monica Viani

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