C’è chi le ama, c’è chi le detesta. Chi le ama sostiene che siano una piazza democratica, un luogo d’incontro dove socializzare e gustare del buon cibo, spesso a km zero. Chi le detesta, sostiene che siano responsabili di una truffa ai danni dei consumatori e dei ristoratori. Dietro a cartelli che pubblicizzano autentici prodotti Made in Italy, legati al territorio e alla sua cultura, si nasconderebbero prodotti che vengono da lontano e che nulla hanno a che vedere con il km zero. Eppure sagre e farmers market sono sempre più di successo in nome della qualità e della salute. E’ vero o, spesso, si nasconde la truffa? Secondo la Confcommercio dell’Emilia Romagna si tratta di certo di concorrenza sleale. In Italia ci sono almeno 42 mila sagre che dovrebbero valorizzare i prodotti del territorio, ma in media le sagre sono 5 per ogni 8062 dei comuni italiani. Forse un po’ troppe! E se si va a leggere il lungo elenco dei loro nomi, si trovano delle vere mistificazioni della realtà. Si dice che le vere sagre siano al massimo 15-16 mila. Le altre sarebbero un clamoroso tarocco, ma dai fatturati altissimi a discapito di ristoratori o pasticceri, che pagano le tasse e gli stipendi. Forse un maggiore controllo, sarebbe indispensabile. Di Monica Viani
Sagra sì, sagra no: tu da che parte stai?
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