Il consorzio del vino Nobile: modello per l’ecosostenibilità

Il consorzio del vino Nobile: modello per l’ecosostenibilità

Un esempio da seguire per l’impegno nel promuovere e comunicare il fondamentale ruolo della eco-sostenibilità a partire dalle aziende associate”. E’ questo il motivo per il quale il 10 novembre a Merano la Guida ViniBuoni d’Italia, edita dal Touring Club Editore, ha assegnato al Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano il Premio Ecofriendly 2013. Ogni anno la guida assegna questo riconoscimento a sei aziende, un Consorzio e un Comune. Ecco che quella dei produttori di Vino Nobile è risultata la migliore realtà consortile per essersi particolarmente distinta nell’attenzione al tema dello sviluppo sostenibile e dell’innovazione.

«Ci fa particolarmente piacere questo premio – spiega il Coordinatore del Consorzio, Paolo Solini – perché da anni a Montepulciano siamo fortemente impegnati come Consorzio in numerose attività di sostenibilità dell’ambiente e del territorio nel quale produciamo il Vino Nobile». Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano negli anni di attività ha contribuito tra le altre cose anche al restauro di molte opere pubbliche, come il Palazzo del Capitano, il Pozzo dei Grifi e per ultimo quello della Fortezza, progetto in parte compiuto e ora entrato nell’ultima fase dei lavori ai quali parteciperà anche la Kennesaw University di Atlanta che grazie a un accordo con il Comune e con il Consorzio dei produttori creerà a Montepulciano una propria sede.

Non finisce qui. Tra primati, case history di cantine eco-friendly ed impianti pubblici di energia pulita, ecco dunque Montepulciano, dove l’alleanza virtuosa tra i produttori del Consorzio del Vino Nobile e il Comune ha dato vita a un laboratorio di idee e progetti eco-sostenibili che sperimentano la Green Economy applicata al vino. Gli esempi sono numerosi e anche sorprendenti.

Si va infatti dalla prima cantina in Europa completamente off-grid ed autosufficiente dal punto di vista energetico, alla più grande fattoria vitata, caso più unico che raro in Italia, 100% biodinamica. Si va ancora dall’azienda dove è l’energia del sole a garantire il giusto clima al vino che riposa in barrique e tonneaux, a quella che si alimenta invece con l’energia della terra, tutte pronte a contribuire all’impianto comunale per il recupero di energia dalle biomasse vegetali e a fornire, attraverso la potatura intelligente dei loro vigneti, il “carburante” per un impianto a dissociazione molecolare (dunque ad emissioni zero) che sorgerà sul territorio per “illuminare” edifici e servizi pubblici.

Su una zona di produzione che conta un’estensione complessiva coltivata a vigneto di 2.100 ettari, di cui 1.300 iscritti all’albo del Vino Nobile di Montepulciano, e una superficie comunale di 16.500 ettari, a Montepulciano sono molti gli esempi di cantine che guardano alla filosofia delle 3 “R”: ridurre (i consumi idrici, le emissioni e l’inquinamento dell’aria e dell’acqua), riutilizzare (ad esempio l’acqua, grazie agli impianti di depurazione), riciclare (vetro, sughero, carta e imballaggi). Gli stessi eventi promossi dal Consorzio, a partire dall’Anteprima del Vino Nobile di febbraio, sono “amici” dell’ambiente visto che tutti i materiali usati sono di compostaggio.

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