Stefano Chieregato, special skill: ecosistema territoriale

Chiere - Piacenza
Stefano Chieregato, special skill: ecosistema territoriale
SPECIAL SKILLECOSISTEMA TERRITORIALE
Classe1992
Titolare o contitolare?
Esperienza nel settore6 anni
Web/social aziendachierepiacenza.it
IG: @chiere_piacenza
Web/social personaleIG: @stevechiere
Segni particolariAccortezza maniacale verso la materia prima
Progetti futuriAmpliare la propria attività in una nuova location che gli permetta di svilupparne a pieno le potenzialità
MottoNon potrei trovarmi altrove rispetto a dove sono, perché tutto il mio lavoro è fondato sui prodotti del territorio

Dopo la laurea in scienze gastronomiche a Pollenzo, Stefano approccia il mestiere di artigiano diventano mastro birraio. Appassionandosi al mondo della pizza contemporanea, e alla scena veneta in particolare con Padoan e Bosco in prima fila, fa un ulteriore passo avanti e decide che di quella passione avrebbe fatto il suo mestiere. Per questo segue la prima edizione del corso di panificazione moderna di Ezio Marinato in Alma. Grande estimatore della cucina di Niko Romito, al termine delle lezioni si concede una cena al Reale dove conosce lo chef, proprio in quel momento alla ricerca di panificatori per il suo nuovo laboratorio. Difficile opporsi al destino, e infatti Stefano entra in squadra: un’esperienza che gli permette di acquisire competenze e consapevolezza per aprire la sua attività. “Noi siamo una pizzeria e facciamo anche il pane per il banco e ristoranti della zona. Tutti i nostri prodotti puntano al locale, ovvero a creare sinergie con contadini, agricoltori e artigiani del territorio. Il mio claim è: Pane, Pizza, Piacenza. E non potrei trovarmi altrove rispetto a dove sono, perché tutta la mia offerta è fondata sui prodotti del territorio”. Emblema di questo legame anche la Pizza Piacentina, “realizzata a partire dal tipico tortello con ricotta ed erbette e utilizzando solo prodotti locali. In collaborazione con un gruppo di agricoltori e contadini locali, Stefano ha sviluppato un proprio miscuglio evolutivo di grani che diventa una farina per il pane “di campagna”. “Io non posso dire, come va di moda oggi, di avere il mio campo o il mio mulino. Io porto avanti il mio lavoro circondandomi di altre realtà che apprezzano i miei valori e che hanno competenze specifiche, in modo da avere una squadra solida. Quindi non posso dire di avere il mio campo e il mulino, ma alla fine è così. Abbiamo costruito un bell’ecosistema territoriale”.

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