La celiachia diagnosticata a 17 mesi, nel 1989. Un’infanzia tranquilla, poi l’adolescenza con la malattia che si palesa prepotentemente in tutte le situazioni sociali: compleanni, feste, gite, vacanze. E tanta solitudine, sotto il giudizio degli altri. Valentina Leporati, per tutti – sui social – Valentina Gluten Free, si è ritrovata con una compagna di vita ingombrante, l’intolleranza al glutine, ma a 18 anni ha deciso di non viverla come un limite. “Da lì è iniziata la mia rivoluzione. Ho cominciato a intendere la mia celiachia come una particolarità e non più come un difetto o un limite. Mi sono sorpresa quando ho visto intorno a me interesse, curiosità e attenzione per le mie esigenze. Da quel momento in poi, la celiachia è diventata il mio superpotere”.
Cosa ti ha spinto a partire dalla celiachia per fare il content creator?
Sentivo la necessità di aiutare gli altri e di evitargli quell’isolamento che io stessa avevo vissuto. Per me la cosa più importante era dimostrare che con la celiachia si può fare una vita ricca di esperienze come tutte le altre persone. Volevo dare agli altri gli strumenti che per me erano stati salvifici. Avevo aperto da poco la mia pasticceria/panificio senza glutine e ho iniziato proprio raccontando da dove era nata l’idea di inaugurare un locale “inclusivo”, per tutti. Piano piano ho raccontato la mia storia e ho scoperto che le persone avevano voglia di ascoltarmi, si sentivano accolte, capite. Instagram è un mezzo potentissimo se usato con criterio, per fare qualcosa di utile per gli altri.
Qual è stato il tuo percorso di studi e di avvicinamento al mestiere del pane e della pasticceria?
Dopo il classico ho frequentato la facoltà di Scienze internazionali e diplomatiche, che purtroppo non ho finito: sogno un giorno di riuscire a laurearmi e togliermi questa soddisfazione personale. Non ho una formazione accademica in cucina: ho iniziato a cucinare e sperimentare per scoprire i sapori che non avevo mai potuto assaggiare e mi sfilavano sotto agli occhi ogni giorno durante il lavoro nel settore alimentare, in posti che proponevano solo opzioni con glutine. Ho imparato a cucinare senza poter assaggiare, quindi poi correvo a casa e provavo a ricreare le ricette. Scarsi risultati, fallimenti, centinaia di prove e tanta costanza finché i risultati sono arrivati.
Poi, complice la fine di un lavoro e la disoccupazione, ho deciso di realizzare un progetto nuovo, ambizioso e un po’ incosciente: una piccola pasticceria completamente Gluten free nella mia città, Sarzana. Lavoro da sola da 7 anni a questa parte e non avrei mai potuto fare scelta migliore: ogni giorno accolgo persone felici di poter scegliere qualsiasi cosa dal mio bancone e mi nutro dei loro sorrisi.
Quando hai aperto il tuo profilo IG? Quali sono i tratti più riconoscibili del tuo storytelling?
Il profilo che uso oggi era all’inizio il mio personale, aperto nel 2012 e ricco di foto di gatti e paesaggi. Nel 2017 ho aperto “Valentina Gluten Free” e ho iniziato a parlare di celiachia. Il tone of voice è sempre lo stesso perché è esattamente il mio, quello che uso anche vis a vis con amici, parenti e sconosciuti. La cosa più bella che mi dicono le persone quando mi conoscono è che “sono esattamente come su Instagram” e questa è la mia più grande gioia e soddisfazione. Direi dunque che le mie caratteristiche sono la genuinità, l’affidabilità e la professionalità unità alla leggerezza e all’ironia.
A seguirti sono solo le persone celiache?
In realtà la maggior parte delle persone che mi seguono non sono celiache, ma si appassionano al modo in cui racconto la necessità di essere attenti alle esigenze altrui. Mi dicono spesso che da me imparano tanto e che, qualora dovessero avere a cena un ospite celiaco saprebbero esattamente come comportarsi…C’è qualcosa di più bello?
Una community delicata, gentile, amorevole che sa apprezzare le lezioni sulla celiachia replica le mie ricette senza nemmeno far caso al fatto che sono Gluten free, mi chiedono consigli su brand artigianali, stimolano discussioni sui temi più disparati. Non ho mai avuto un obiettivo preciso se non aiutare chi come me si era sentito solo ed escluso, quello che succede oggi è molto di più di ciò che avrei mai potuto desiderare.
Il mondo dei social è sufficientemente inclusivo, secondo te?
Il mondo dei social dipende dagli occhi con cui lo guardiamo e dalle persone che scegliamo di seguire. Per me Instagram è un luogo bellissimo perché quando scorro la home mi arricchisco e imparo osservando e ascoltando attivisti, cuochi, esperti di vario settore, divulgatori e personalità sensibili. Queste persone sono quelle che meritano attenzione e che secondo me hanno davvero la possibilità di cambiare le cose e rendere il mondo gentile e inclusivo.
Da parte mia, sul mio profilo, avranno sempre spazio questi temi e sarà sempre vietato l’ingresso a qualsiasi tipo di violenza, cattiveria o malizia. Non voglio queste cose nella mia vita e non le voglio nemmeno online. Sono fortunata e succede molto raramente di incappare in profili di questo tipo; quando succede cerco il dialogo e se proprio non c’è spazio per una comunicazione efficace uso l’ironia.
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