La storia delle farine nell’Italia del dopoguerra aveva preso una piega di minor valore, in termini di gusto, profilo nutrizionale e diversità. Poi nel 2006 l’idea di Petra Molino Quaglia di riportare in vita la macinazione a pietra con le tecnologie moderne di cereali selezionati sul territorio ha dimostrato che la farina poteva recuperare l’identità perduta e restituire alla tavola i profumi del grano nella sua completezza. Tecnologia e tradizione molitoria famigliare hanno dato vita ad una storia e a prodotti che ancora oggi restano unici nel loro genere.
Mugnai di famiglia dal 1914
Nel 1914 Angelo Quaglia, all’età di 13 anni, fondò quella che oggi chiameremmo una startup, con un piccolo molino a pietra mosso dall’acqua e installato su due chiatte ormeggiate in una piarda del fiume Adige. Affrontò una vita solitaria e di duro lavoro, tra inverni freddi ed estati umide ed assolate; diventò adulto e lottò per far portare l’energia elettrica sulla terra dei suoi padri. Ci riuscì e, nel 1937, a Vighizzolo d’Este mise in moto le nuove macine di un molino più potente. Nel frattempo la sua famiglia cresceva, e lui insegnava a suo figlio Annito, e poi ai suoi nipoti Lucio, Chiara e Andrea, che la strada della qualità assoluta del pensiero, della tecnologia e dei cereali avrebbe proiettato il Molino di famiglia in un futuro di successo.
Farine diverse
Con Annito Quaglia, figlio di Angelo, il molino ampliò capacità produttiva e clientela, passando alla macinazione a rulli per esprimere al massimo la conoscenza molitoria tramandata in famiglia, usando la migliore tecnologia disponibile per definire nuovi standard di farine in termini di costanza delle prestazioni e conservazione delle qualità aromatiche dei cereali d’origine. Poi nel 1998, con l’inaugurazione di un nuovo molino, i figli Lucio, Chiara ed Andrea aprirono l’era delle farine speciali per la pasticceria, cui seguiranno quelle per la pizzeria e la pasta fresca. Una rivoluzione che introdurrà il concetto di assortimento specializzato in un mondo fatto di sole farine deboli e farine forti.
Petra la farina con scuola
Nel 2006 nasce il progetto Petra, una nuova rivoluzione nella macinazione del grano tenero e, contemporaneamente, nella comunicazione della farina non solo come ingrediente, ma anche come punto focale di un sistema completo di servizi di formazione, assistenza pre e post vendita, coinvolgimento attivo dei clienti migliori negli eventi aziendali e in attività di marketing incentrate sulla loro capacità di trasformare la farina in alimenti eccellenti, con più gusto e migliore profilo nutrizionale. Per la prima volta la farina è venduta per i suoi valori oltre che per la sua qualità tecnologica. E accanto alla farina cresce l’unica scuola italiana di impasti all’interno di un molino con i corsi di Università della Pizza, Accademia del Pane e Migliori Pasticcieri d’Italia.
Dalla vendita di farine all’adozione di un raccolto
Il mercato della farina dal dopoguerra all’inizio del nuovo millennio aveva assunto i tratti della contrattazione di una commodity. Poi il progetto Petra spostò la percezione dei suoi utilizzatori da quella di ingrediente generico e impersonale a quella di ingrediente con precise identità e varianti nettamente riconoscibili. Da lì ad assegnare alle farine Petra Molino Quaglia il ruolo di portavoce di messaggi etico-sociali il passo è stato breve. Per esempio con il progetto Petra Evolutiva, oggi a 7 anni dalla sua nascita ancora l’unico esempio concreto di una filiera attenta alla salute dell’ambiente e alla sostenibilità economica delle coltivazioni, dove il posto del prezzo riconosciuto all’agricoltore per il grano e del prezzo di vendita della farina sono stati presi dal valore economico di un patto di adozione, che ripartisce equamente il rischio e i margini economici tra tutti gli attori della filiera, a condizione che la scelta della tecnica agraria sia rispettosa dell’ambiente e della salute del consumatore.
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