Se si pensa al mondo dei lievitati c’è un nome che viene subito in mente: quello di Claudio Gatti. Energico, preparato, talentuoso e innovatore sono senza dubbio le peculiarità che lo hanno contraddistinto in ogni fase del suo percorso professionale, un percorso iniziato nel 1973 quando Claudio è ancora un adolescente che si affaccia al mondo del lavoro. E lo fa in una pasticceria dove comincia a imparare il mestiere, ne carpisce i segreti e inizia a formare quella passione che lo accompagnerà per i cinquant’anni di carriera che sono seguiti.
Il salto esperienziale è nell’85 con un corso su zucchero e lavorazioni dal maestro Scalenche. Poi la svolta nel 1987, quando decide di aprire il suo bar pasticceria a Tabiano, la cittadina in provincia di Parma dove è sempre rimasto perché, come dice lui, “si vive tranquillamente, quando serve mi sposto. Non c’entra chi sei e dove ti trovi, ma quello che fai”. Ed è ciò che Claudio Gatti ha fatto, da Tabiano è partito per rivoluzionare il mondo della lievitazione. Si è fatto un nome e con quel nome è andato ovunque, diventando uno degli esperti di lievitati più rinomati. “Con il mio lavoro ho raccolto molto in questi anni, mi ha dato tanto e ho sempre cercato di dare il meglio a mia volta. Non mi è costato fatica, nonostante necessiti di tanto tempo, attenzione e sacrifici. Ma i sacrifici non sono tali quando si fa ciò che si ama”.
Ricerca e healthy food nella filosofia di Claudio Gatti
Una filosofia da sempre improntata su due cardini fondamentali: ricerca e attenzione all’aspetto salutare dei prodotti. Ecco perché quando si parla di novità, le sue creazioni sono tra le prime a essere considerate: “ho lavorato sulla netta riduzione dell’apporto zuccherino, rielaborando storiche ricette del panettone per realizzare la mia focaccia, poi proposta in molteplici varianti: dai grani antichi, ai dolci dei templari, fino all’ultimo lievitato preparato con le erbe. Il prodotto innovativo rappresenta il futuro”.
Oggi quel futuro per Claudio ha preso una nuova strada, perché dopo cinquant’anniha deciso di cedere l’attività e pensare ad altro, continuando a progettare senza sosta: “sto portando avanti dei progetti importanti con l’Accademia Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano, si tratta di un lavoro molto intenso per rendere ancora più riconoscibile e riconosciuto ciò che facciamo anche a livello ministeriale, con l’idea di ottenere una vera e propria denominazione per il panettone artigianale e stilare uno specifico disciplinare. E poi ci sono i giovani. Come Accademia stiamo facendo tanto per loro perché costituiscono il futuro. Anche io vorrei dedicarmi alle nuove generazioni, insegnare quello che so così da dare un senso a ciò che si è costruito”, conclude Gatti.Cinquant’anni di “buonissima” carriera e una spinta al fare e guardare avanti che continua a pulsare. No, non smetteremo di assaggiare le sue delizie, semplicemente sarà con una modalità diversa ma altrettanto golosa e vincente.