“Non siamo imprenditori, siamo gelatieri di lunga tradizione. Ci siamo nati nel mondo del gelato. E prima di noi c’è nato anche nostro padre. Facciamo gelato dal 1960, quando il nonno, Don Peppinu, da vero pioniere, creò la più antica fabbrica di coni in Sicilia”. Eppure la storia recente del format di gelaterie intitolato, appunto, al nonno Don Peppino mostra una propensione al fare impresa tutt’altro che scontata. Fondata nel 1960 da Don Peppinu, in pieno boom economico e “cercando il meglio e la qualità”, l’azienda ha continuato a credere che il gelato siciliano dovesse restare fedele alla tradizione, per raccontare a chi lo mangia la ricchezza delle terre e del bagaglio gastronomico italiano.
Obiettivo 2023: fatturato a 4 milioni
I numeri e la storia aziendale sono tutt’altro che modesti. Peppe Flamingo, classe 1983 e una laurea in giurisprudenza, non avrebbe mai pensato di diventare un gelatiere. Voleva fare l’avvocato, diventare un principe del foro. Eppure alla fine il richiamo della terra e delle tradizioni ha avuto la meglio e alle aule dei tribunali ha preferito i laboratori del gelato, offrendo ai suoi clienti un prodotto di alta gamma e ricette secondo la tradizione. La sua filosofia, con Don Peppinu, non prevede l’utilizzo di chimica in laboratorio. “Il gelato artigianale – afferma – non è solo molto più buono e sano di quello fatto con preparati industriali, ma è tradizione, è storia, ma anche una leva di crescita e sviluppo economico”. Da maestro gelatiere a imprenditore con un format in mente il passo è stato breve. Oggi le botteghe di Don Peppinu sono a Catania, a Siracusa Ortigia, a Marzamemi, a Marina di Ragusa e a Ragusa, a Marina di Modica e a Marzapani. L’apertura più recente è quella che ha portato al salto internazionale, con una bottega a Hollywood in Florida. Il laboratorio centralizzato si trova a Modica. “Si occupa di tutte le fasi di prelavorazione – spiega Flamingo – realizzando anche marmellate, confetture e lievitati, mentre il gelato, la granita e le creme vengono prodotte fresche ogni giorno in ogni bottega”. Per gli acquisti, “i nostri fornitori principali sono agricoltori e allevatori, visto che compriamo nocciole e pistacchi crudi che poi provvediamo a tostare e raffinare per aggiungerli ai nostri gelati”. Negli ultimi anni Don Peppinu ha registrato numeri molto positivi, con un fatturato in crescita: il 2022 si è chiuso a 3 milioni di euro e per il 2023 Flamingo conferma la previsione di un’ulteriore espansione, stimando un fatturato di 4 milioni.
Non businessmen, ma siciliani
Peppe Flamingo rivendica però le priorità della propria famiglia. “Noi non siamo businessmen – afferma – siamo prima di tutto siciliani che vogliono godere quando mangiano qualcosa. Per noi l’unica cosa che conta è rendere felice chi assaggia un nostro gelato. Ovvio che non bastano le materie prime eccellenti, servono poi attrezzature di prim’ordine, collaboratori molto ben formati e negozi eleganti e sempre più lussuosi. Tutto questo ha portato negli anni a definire una customer journey totalmente diversa rispetto al degustare un qualsiasi gelato”. Come nasce questa vision? “Ci siamo accorti che nel mondo del gelato non esisteva un’eccellenza reale, a tutto tondo – chiosa il patron –. C’erano colleghi che di certo usavano eccellenti ingredienti, ma poi i negozi o il contesto non erano allineati all’esperienza. Questo perché il gelato veniva inteso come prodotto povero, economico e quindi bisognava risparmiare da qualche parte”. Per chiarire il concetto, Flamingo dà i numeri. “Il gelato artigianale in Italia viene venduto mediamente fra i 18 e 28 euro al chilo, ma se prendiamo un gelato industriale da 50 grammi costa non meno di 2,50 euro e quindi 50 euro al chilo. Peggio ancora se parliamo degli ovetti di cioccolato con sorpresa, sfiorano i 100 euro al kg. In un contesto simile, ci siamo resi conto che mentre per altri prodottisi può scegliere tra un’ampia gamma di prezzo, nel mondo del gelato artigianale no: stessi prezzi e di conseguenza stessi sapori scialbi o peggio ancora chimici. Noi abbiamo ribaltato il concetto: abbiamo deciso di spingere al massimo l’esperienza e di calcolare solo dopo il prezzo di vendita. Ecco che il nostro gelato viene considerato costoso, ma di fatto un cono da noi costa circa 2 euro in più rispetto a chi usa polverine colorate”. Risultato? “I numeri ci stanno dando ragione”, conferma l’imprenditore. E Don Peppinu si espande a ritmo sostenuto.
Abbonati alla rivista per leggere l’articolo completo ↓