BŌL house – “La cucina nel pane” ha aperto a Torino nel 2019 e ha sviluppato la propria concezione di ristorazione su uno degli ingredienti più comuni, conosciuti e amati: il pane. Svuotate della mollica, le forme di pane vengono farcite con le ricette della tradizione italiana e non, per creare un’esperienza che sia allo stesso tempo nuova ma conosciuta. “Non abbiamo inventato questo piatto”, spiega Davide Panero, uno dei soci fondatori di BŌL house, “anche all’estero si possono trovare le cosiddette bread bowls. Nella gran parte dei casi, però, il pane è considerato un mero contenitore. Noi abbiamo deciso che il nostro approccio sarebbe stato diverso.” Da questa volontà, sono partite innumerevoli sperimentazioni per trovare un pane artigianale dalla consistenza e forma unica, che andasse ad integrarsi alla perfezione con il piatto all’interno, per evitare che venisse accantonato e quindi avanzato. Una soluzione in grado di permettere non solo di esaltare meglio questo ingrediente, ma anche di evitare lo spreco alimentare, come avviene in molte altre ricette similari. La ricerca è quindi partita dal pane in sé e per sé, così che fosse appagante per l’occhio e per la pancia: da qui si è passati a un lavoro sulle ricette e la loro consistenza, in modo da poter offrire sia piatti solidi che non, grazie a un pane leggero, morbido e croccante, capace di trattenere i liquidi. Un percorso lungo, che ha portato BŌL house ad organizzarsi internamente sia lato panificazione che per le preparazioni di cucina, dalle più semplici alle più complesse.
L’importanza della comunicazione
L’impulso principale, quando BŌL house ha aperto al pubblico, è stato ricercare una posizione centrale, facilmente raggiungibile non solo dai torinesi, ma anche dai turisti e dalle persone provenienti da fuori città, che oggi rappresentano una fetta considerevole della clientela che apprezza le bowl di pane. Di certo, la particolarità del piatto aiuta a solleticare la curiosità del pubblico e serve da volano per la comunicazione, come anche la sua fotogenicità. Una fetta considerevole di coloro che entrano da BŌL è attirata da post e comunicazioni social di golose pagnotte ripiene, nella maggior parte dei casi organici. Non sorprende che la fascia d’età più rappresentata è quella tra i 25 e i 35 anni, di cui il 75% è donna.
Piani di espansione
La comunicazione non può tutto però e grande attenzione va quindi focalizzata anche sugli altri aspetti centrali del business. Per il pane, vera e propria star di BŌL, vengono scelte farine biologiche italiane macinate a pietra, certificate Molino Bongiovanni di Mondovì. Un altro aspetto tenuto in particolare considerazione è la sostenibilità, con un approccio plastic free in tutto il locale e contro lo spreco alimentare: la mollica del pane non viene gettata, ma utilizzata per realizzare delle polpette o come pan grattato per le panature. Un’identità forte con dei processi consolidati, che non sono un caso: dopo il recente ampliamento del locale – che è raddoppiato negli spazi – è iniziata la ricerca per una nuova sede, per iniziare a costruire un progetto di franchising, replicabile in tutta Italia e all’estero.