Jean-Paul Hévin è considerato uno dei più grandi difensori del gusto e della cultura del cioccolato di sempre. Nato nel piccolo paese di Mayenne, nel nord-ovest della Francia, vanta un percorso professionale brillante e disseminato d’incontri fondamentali, come quelli con Joël Robuchon e Lucien Peltier.
Grazie al suo talento innato, Hévin scrive ogni giorno pagine nuove dell’alta cioccolateria e pasticceria, impegnandosi concretamente a sostenere, tramite il proprio instancabile operato, i valori etici e di solidarietà sociale di tutta la filiera del cacao.
Un “non-figlio d’arte”
Lontano dagli storytelling che raccontano di generazioni fra cui si tramanda la passione, quella di Paul è una famiglia che mai aveva approcciato il mondo della pasticceria.
“Nessuno – dice Hévin – in famiglia prima di me era stato pasticciere, ma ho sempre amato i dolci. Ho frequentato l’istituto Robert Buron di Laval: avrei dovuto studiare elettronica, ma mi sono accorto subito che non era per me, e ho scelto quindi la pasticceria”.
Nata per caso, la professione di pasticciere appassiona così tanto Paul che decide di farne il mestiere della vita.
“Mi sono appassionato a questo mestiere – continua – tanto da decidere di continuare la mia formazione professionale a Parigi. Qui ho lavorato presso alcuni hotel, tra cui il Continental e il Bristol, fino alla chiamata di Joël Robuchon al Nikko, dove sono rimasto per sette anni, durante i quali ho partecipato e vinto diversi concorsi”.
Cioccolato mon amour
Mentre era al Nikko scoppia l’amore fra Paul e il cioccolato.
“Sono stato ispirato dal suo profumo, dal gusto, e anche dall’immaginare tutto ciò che potevo realizzare. Il cioccolato possiede la rara virtù di risvegliare i sensi, suscitare attesa ed emozione”.
Intorno al cioccolato Hévin ha creato un vero e proprio impero. Le sue 25 boutique distribuite tra Francia, Giappone e Taiwan occupano poco meno di 400 dipendenti.
“A oggi ho aperto otto boutique a Parigi, 14 in Giappone e tre a Taiwan, che occupano rispettivamente circa 110, 250 e 20 dipendenti. Con l’e-commerce raggiungiamo quasi tutti i Paesi, tranne quelli che abbiamo scelto di escludere per motivi di sicurezza”.
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