I numeri sono impressionanti e danno una cifra alla crisi, sempre più pressante, del caro-bollette. Da un’indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, realizzata su 703 imprese che prende in esame i rincari dell’energia nell’ultimo anno, risulta che l’incidenza dei costi dell’energia sui fatturati delle imprese del terziario è, in media, del +121%. La crescita va dal +181% nel dettaglio alimentare al +161% per alberghi-ricettività e al +123% per la ristorazione.
Gli imprenditori come pensano di affrontare questo momento? Il 15% vede il rischio di chiusura e il 10% di sospensione temporanea dell’attività. La maggioranza, il 66%, indica una soluzione per ridurre il caro energia nel minore uso di illuminazione e aria condizionata/riscaldamento.
BOLLETTE AL ROGO E SERRANDE ABBASSATE
Il caro-bollette, nelle grandi città, si aggiunge al caro-affitti spingendo i locali sempre più velocemente verso il baratro. A Firenze un macellaio ha visto lievitare i costi dell’energia dai 628 euro del 2021 ai 3.500 dello stesso periodo del 2022. La storica pasticceria fiorentina Sieni ha dovuto scegliere fra rimanere aperta o pagare l’affitto. Dopo l’impennata che ha portato la bolletta dell’elettricità di giugno dai 1.800 euro del 2021 ai 10.240 del 2022, la risposta è unica: chiudere.
A fronte di incremento che dai 1.600 euro del luglio 2021 ai 5mila dello stesso mese di quest’anno Matteo Cunsolo, panificatore di Vigevano e presidente dell’Associazione Panificatori di Milano e Provincia e del Richemont Club Italia, ha deciso di mettere in vetrina la bolletta incriminata aderendo all’iniziativa promossa da Confcommercio per dare voce alla situazione sempre più tragica.
Se a Vigevano la bolletta va in vetrina, a Napoli si stampa sullo scontrino. Così Salvatore Grasso, titolare della Pizzeria Gorizia, insieme al prezzo della pizza ha riportato nello scontrino anche la cifra per il contributo gas, energia elettrica e affitto. Grasso ha anche ritoccato il prezzo delle sue pizze anche se questo incremento è una goccia nel mare per l’imprenditore campano. Infatti, la bolletta è passata da 2.500 euro il mese a quasi 8.300. Questo significa che a fronte di un aumento dell’elettricità del 300% quello delle pizze è stato di solo il 12%.
Invece in Umbria, dove è stato calcolato che entro giugno 2023 saranno oltre 3mila le imprese a rischio chiusura, le bollette di gas ed elettricità sono finite al rogo. L’esasperazione degli imprenditori umbri del commercio, turismo e servizi per il caro-bollette si è trasformata, per iniziativa di Confcommercio Umbria, in una mobilitazione di protesta. Sono state coinvolte le piazze di 13 città della Regione e all’insegna dello slogan “Non spegnete l’Italia, non spegnete il Futuro”, come gesto simbolico sono state bruciate nelle piazze le bollette di luce e gas.