C’è una questione che rende quest’estate più rovente di quanto è già ed è quella dei dehors. Perché se l’esplosione della pandemia ha portato inevitabilmente ad aumentare gli spazi esterni concessi dalle amministrazioni comunali con procedure semplificate e persino senza oneri economici per le imprese, la sfida dei prossimi mesi sarà quella di inserire questi spazi dentro un progetto di città che faccia dello spazio pubblico un modello di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
STOP AL DEHOR SELVAGGIO
Complici il “liberi tutti” che si è avuto dopo il periodo di lockdown, i dehors sono sorti ovunque senza un piano urbanistico condiviso. La sfida del futuro sarà passare dal concetto di occupazione di suolo pubblico a quello di progetto di spazio pubblico. L’obiettivo dovrà essere trasformare gli spazi esterni di bar e ristoranti in elementi di una più generale riqualificazione delle città fondata sul decoro, sulla sicurezza, sulla socialità, sull’attrattività.
“Il punto fondamentale – spiega Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio – è come superare la fase emergenziale senza che questo si trasformi in un ritorno al passato. Occorre fare un salto in avanti perché dalla pandemia le nostre città devono uscire migliori. Lo spazio pubblico deve essere uno strumento di rigenerazione urbana non solo in termini economici ma soprattutto in termini di qualità delle città e della vita dei cittadini. I pubblici esercizi devono essere visti come una risorsa e non come un problema. C’è bisogno di progetti condivisi, di collaborazione e non di contrapposizione”.
OGNI CITTÀ HA LE PROPRIE REGOLE
Oggi a tenere banco è il diverso recepimento, a seconda dei singoli Comuni, del decreto Ucraina bis, anche detto “taglia-prezzi”, che contiene al suo interno anche una norma che fissa la proroga delle occupazioni di suolo pubblico fino al 30 settembre. Solo da quella data in poi si potrà pensare a una politica di “decoro urbano” che interessi gli spazi all’aperto dei pubblici esercizi.
Quello che al momento impensierisce gli esercenti è la diversità di trattamento della materia. Infatti, dai dati resi noti dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio si evince che oggi solo il 17,7% dei comuni capoluogo di provincia ha deciso di esonerare gli esercenti dal pagamento del suolo pubblico, mentre il 20,3% ha optato per una riduzione media di un terzo del suo valore. Per il restante 53,2% dei casi, il canone è stato ripristinato per intero dal primo aprile scorso, così come sono state cancellate le procedure semplificate per le nuove concessioni.
TORINO
A Torino si calcola che il Comune incasserà oltre 700mila euro per i dehors “straordinari” allestiti durante la pandemia. Palazzo Civico, visti gli innumerevoli eventi previsti in primavera, dall’Eurovision Song Contest al Festival dell’Economia, aveva deciso di prorogare fino al 30 giugno la gratuità del suolo pubblico.
Quindi dal primo luglio si è tornati a pagare e gli “incassi” saranno cospicui visto che nella città della Mole, secondo i dati raccolti dall’assessorato al Commercio, i dehors con concessione straordinaria valida fino al 30 settembre sono 1689. A questi se ne aggiungono 1.265 continuativi di cui 769 hanno la licenza per l’occupazione di suolo pubblico in scadenza al 31 dicembre. I restanti 496 tra il 2023 e il 2024, con termine ultimo a luglio dell’ultimo anno.
MILANO
A Milano è stato chiesto il rinnovo per quasi tutte le 3.600 concessioni per spazi all’aperto chieste dagli esercenti al Comune durante la pandemia. Addirittura, uno dei dehor più grandi della città, quello di Eataly, non solo è stato confermato ma, si dice, diventerà permanente. I commercianti milanesi hanno tempo per inoltrare le richieste fino al 31 luglio.
Per semplificare l’iter il Comune ha attivato Geopost, una piattaforma per la presentazione delle istanze di occupazione del suolo pubblico. Si paga una volta ottenuto il via libera e per il 2022 la quota da versare non è annua, ma parte dal primo aprile, quindi con il 20% di sconto. Queste le uniche agevolazioni mentre non ci saranno proroghe sulla gratuità né sconti sulla Tari.
ROMA
Per quanto riguarda Roma è stata deliberata la normativa che disciplinerà l’occupazione si suolo pubblico a partire dal prossimo primo ottobre. Per il momento tavolini e i dehors concessi durante il periodo Covid resteranno dove sono fino a fine estate.
Dehors e piattaforme concesse a bar e ristoranti durante la pandemia potranno poi essere confermati tramite apposita domanda al municipio corredata da una relazione tecnica.
Nessun aumento, invece, sarà concesso sul territorio del Municipio I Centro (centro storico e territorio tra la Città del Vaticano e il quartiere Della Vittoria). Nel Municipio I, infatti, sarà impossibile richiedere ampliamenti di superficie aggiuntivi rispetto alle occupazioni di suolo pubblico già concesse precedentemente allo stato di emergenza.