Materie prime: la stangata

Aumento della richiesta, rincari dell’energia e impennata dei costi di produzione, trasformazione e trasporto. Dal latte allo zucchero, dal cacao alla frutta secca: la mappa dei rincari e cosa aspettarci nei prossimi mesi
Materie prime: la stangata

Dopo il Covid sono arrivati i rincari a colpire duramente il settore alimentare italiano già provato dalla pandemia. Le quotazioni delle materie prime, secondo Coldiretti, hanno raggiunto il massimo dal 2011. Inoltre, l’impennata dei prezzi dell’energia ha comportato ulteriori aumenti nei costi di produzione. Il blocco totale delle attività causato dalla pandemia è stato la prima tessera del domino. Ma le ragioni che hanno causato la “grande stangata” sono tante. Dagli equilibri politico economici messi a dura prova dalle tensioni internazionali, al calo di produzione per eventi meteorologici inaspettati o gravosi. Questi hanno infatti flagellato numerose zone agricole con incendi e temperature al di sopra del normale. A questo si aggiunga una buona dose di effetti speculativi e dinamiche di accaparramento, che rendono ancora più precarie le condizioni di approvvigionamento. E che hanno dimostrato tutta la fragilità del complesso sistema della globalizzazione. E ancora, l’energia e i carburanti (questi ultimi con aumenti che hanno toccato il 500%) che hanno raggiunto livelli di costo che non possono non mettere in difficoltà i produttori e i trasformatori.

I CEREALI

Secondo i dati Coldiretti, a imprimere il cambio di marcia nell’andamento dei prezzi internazionali sono stati i cereali. Categoria che ha registrato un aumento del 23,3%. Poi i prodotti lattiero caseari (+19%), lo zucchero (con picchi del +40%) e i grassi vegetali che registrano un significativo +51,4%.

LATTE E DERIVATI

“A fronte di una domanda sostenuta, un’offerta ancora limitata e stock ai minimi nel mercato dei trasformati, in Ue perdura una fase di difficoltà di approvvigionamento straordinaria”. Questo il commento di Antonio Feola, Responsabile Sostenibilità e Materie Prime Unione Italiana Food. “Sulle principali piazze europee le quotazioni delle polveri continuano ad aumentare”. Nel 2021, denunciano la Cooperativa Latte Arborea e la Cooperativa Produttori Arboreanel, nel giro di pochi mesi, le materie prime destinate all’alimentazione zootecnica sono aumentate mediamente del +35%. Quindi con un incremento del costo della razione alimentare giornaliera di una bovina del +22 per cento. Il che equivale a 5 centesimi per ogni litro di latte.

FRUTTA SECCA E CACAO

L’esperto di Unione Italiana Food continua su altre materie prime. “Un altro ingrediente molto utilizzato in pasticceria, la frutta secca, ha risentito delle variazioni climatiche. La domanda in aumento e la carenza idrica in California hanno spinto i prezzi delle mandorle su rincari di oltre il 30% nel 2021. Anche il pistacchio (+23% rispetto a febbraio 2021) è cresciuto principalmente per effetto della siccità in Iran. Problemi di offerta anche per le nocciole, con un calo del 70% in Italia per le gelate di inizio anno. E infine abbiamo osservato rialzi di quasi il 20% per la fava di cacao negli ultimi 2 mesi, dopo una fine 2021 più tranquilla per via delle riserve elevate. Sugli attuali rialzi pesano le aspettative di un prossimo raccolto deludente”.

ZUCCHERO

Anche per lo zucchero il mercato risulta ancora teso. Le quotazioni internazionali (lo zucchero è una materia prima quotata in Borsa) proseguono in costante rialzo a causa del prezzo del petrolio e del rafforzamento del Real brasiliano. Infatti il Brasile è il maggior produttore al mondo di zucchero, di canna, col 65% del totale mondiale.

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