Nelle sue vene “scorre farina”, come dice lui stesso sorridendo. Luca Perego è la quarta generazione di una famiglia di panificatori: «per questo mi sono iscritto a una scuola superiore di pasticceria e panetteria. Volevo portare avanti la passione di famiglia puntando però tutto sui dolci». Oggi Luca, o meglio Lucake, è una pastry star del web. Le ossa se le è fatte nella pasticceria di un catering per matrimoni. «Ho iniziato a lavorare a 17 anni, ho imparato tantissimo sia dal punto di vista pratico che organizzativo. Tutte competenze che sapevo sarebbero state fondamentali un giorno per avviare qualcosa di mio. Anche se non pensavo ai social in quel momento».
L’INTERVISTA
A quando risale il tuo primo post?
Al 2013. Instagram era un mondo nuovo. Tutto l’aspetto del business e della visibilità che oggi diamo per scontati praticamente non esistevano. Mentre lavoravo al catering ho iniziato a postare le mie creazioni, prima come hobby poi come un secondo lavoro. Ho imparato piano piano a fare foto sempre migliori, a gestire la comunicazione, ma non mi sarei mai aspettato quello che è successo.
Quando hai capito che qualcosa era cambiato?
Nel 2018 gestire entrambi i lavori era diventato impossibile. Mi sono detto l’età per rischiare ce l’hai, e ho rischiato. Da quel momento il progetto social è diventata la mia prima attività. Il mio vantaggio probabilmente è stato quello di iniziare quando IG era ancora un terreno “inesplorato”. Ma anche quello di essere un ragazzo molto giovane mentre in quel periodo le food blogger erano perlopiù donne e più grandi di età.
In cosa consiste oggi il tuo lavoro?
Il mio scopo è portare le tecniche della pasticceria professionale nelle preparazioni casalinghe. Ogni giorno condivido ricette e nozioni utili a chi voglia cimentarsi nella sua cucina con preparazioni di livello professionale. Cerco di farlo nel modo più semplice possibile. Il lavoro che faccio si basa tutto sulla comunicazione e sul riuscire a trasmettere il mio entusiasmo e le mie competenze attraverso foto, post o articoli del blog. L’atteggiamento in questo senso è molto importante. Io mi pongo come il ragazzo della porta accanto. Certo non come il pasticcere “fatto e finito”, sia per una questione di età sia perché credo che non si debba mai smettere di imparare.
Hai dei modelli ai quali ti ispiri?
In questo momento la mia ispirazione principale è Cédric Grolet. Un po’ per l’età, un po’ perché ammiro il fatto che abbia trovato una sua voce, uno stile personale per valorizzare le sue capacità di pasticcere attraverso i social. Il suo lavoro unisce freschezza, innovazione, idee giovani con un’ottima comunicazione e uno storytelling efficace.
Segui da solo i tuoi social?
Sì per quanto riguarda le preparazioni dei dolci e le foto, perché sono le due parti essenziali di una comunicazione che voglio sia mia al 100%. Si tratta però di un lavoro che mi impegna tutto il tempo. Mi faccio aiutare da un’agenzia per gestire i rapporti con la stampa, le collaborazioni o altri progetti.
Hai una formazione specifica legata alla gestione dei social?
Ho seguito corsi di fotografia e negli anni ho imparato tante cose che con la pasticceria non c’entrano nulla ma che sono fondamentali per il mio lavoro e per me come persona.
Qual è stato il post che ha avuto più successo?
Probabilmente la ricetta della cream tart, un trend lanciato da una pasticcera israeliana (Adi Klinghofer, nda) che con le sue torte a forma di numero e lettera dell’alfabeto ha conquistato il web. In Italia sono stato tra i primi a condividere la ricetta che oggi è forse la più cliccata e certamente quella che mi richiedono di più durante gli show cooking.
Hai pubblicato il tuo primo libro “Lucake – Il mio manuale di pasticceria per tutti” (Mondadori). Cosa troviamo all’interno?
Il libro vuole coronare i miei primi 10 anni nella pasticceria, ci ho messo dentro tutto quello che ho imparato giorno dopo giorno. Anche in questo caso, il mio obiettivo è di entrare in punta di piedi nelle case delle persone e portare la pasticceria professionale, spiegando le tecniche in modo comprensibile e usando utensili facili da reperire.
Ti piacerebbe ripetere l’esperienza televisiva?
Non ci sto pensando. Credo che quello della televisione sia stato un treno passato troppo presto per me, e che ho preso al volo per paura che non tornasse più. Oggi, a qualche anno di stanza da quelle esperienze (per Alice con “Il folletto delle torte” e in Rai come tutor di “DettoFatto”, nda), potrei pensare a un programma dove riproporre la mia filosofia.
E una pasticceria tutta tua?
Al momento la mia attività mi assorbe al punto che non posso considerarlo un mio obiettivo. Non escludo che le cose cambino un domani.
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