Cioccolato plant-based? Un must per le nuove generazioni

Secondo il Barry Callebaut Group il 60% dei Millennials e Gen Z si aspettano di trovare nell’assortimento di un brand un prodotto vegano. Il consumo è salito di oltre il 40% in un anno, ma la barriera resta il prezzo
Cioccolato plant-based? Un must per le nuove generazioni

Il Veganuary si avvia alla conclusione bruciando ogni record di partecipazione. E in parallelo uno studio del Barry Callebaut Group rivela che il 60% dei consumatori delle generazioni Millennials e Gen Z in Usa, Europa e Australia si aspettano di trovare nell’assortimento delle aziende cioccolatiere variabili plant-based. Contro il 43% della Generazione X e dei Boomers (in sostanza, gli over 40). E queste sono generazioni potentissime nel determinare le sorti di marchi e prodotti. Lo studio dell’azienda cioccolatiera svizzera è stato condotto per indagare il cambiamento degli atteggiamenti di consumo degli acquirenti in Europa, Stati Uniti e Australia. Si sono svolte oltre 3.200 interviste a partecipanti di età compresa tra i 18 e i 75 anni. Il 42% degli intervistati erano Millennials o Gen-Z, tra i 18 e i 44 anni.

NIENTE LATTE, PREGO

In particolare, le aspettative del campione si concentrano su un cioccolato senza latte. Le aziende sembrano aver risposto tempestivamente a un trend già presente che ora si è consolidato. Mars ha presentato le sue barrette Bounty e Topic alla fine di gennaio 2021, prima a fare un’incursione nel settore. Mentre Cadbury ha atteso sino a novembre 2021 per il lancio della Plant Bar. «Ci siamo presi tempo per ottenere la ricetta giusta», hanno dichiarato gli sviluppatori della proposta vegana. Lindt è stato l’ultimo grande cioccolataio ad unirsi alla mischia, annunciando il lancio di due barrette di cioccolato al latte vegane giusto in tempo per Veganuary.

IL CONSUMO SALITO DAL 20% AL 64% IN UN ANNO

A testimonianza di come si assista a un cambiamento a grande velocità, basta osservare i dati di uno studio simile, condotto in Europa nel 2020. Solo il 25% degli intervistati consumava cioccolato vegano, mentre alla fine del 2021 questa cifra era già salita al 64%. Le motivazioni per passare ai dolci senza latte sono state identificate come salute (43%), gusto (41%) e variazioni nella dieta (34%). Solo 12%  ha riferito di scegliere questi prodotti per via di una allergia certificata. Secondo Sofia Popova, direttore marketing EMEA di Barry Callebaut: «Il gusto e la varietà sono fattori importanti per scegliere un dolcetto a base vegetale. I flexitariani sono di gran lunga il gruppo principale nel guidare la domanda e “a base vegetale” o plant-based è il claim più apprezzato rispetto a “vegano” o “senza latte”.

IL PREZZO COME BARRIERA PSICOLOGICA

Il posizionamento di prezzo di questo genere di prodotti è stato identificato come un ostacolo chiave per l’adozione globale del cioccolato a base vegetale. Lo studio ha rivelato che solo un terzo degli intervistati sarebbe disposto a pagare di più per un’opzione senza latte. Di questo gruppo, le generazioni più giovani sono più disposte a spendere, in particolare nel Regno Unito. Il 42% dei partecipanti Millennials e Gen Z ha riferito di essere felice di aumentare il proprio budget, per un buon cioccolato a base vegetale.  Ma è realistico pensare che le persone saranno disposte a pagare di più solo a fronte della proposta di assortimenti più ricchi. Lo studio ha rivelato che mentre la volontà di provare il cioccolato a base vegetale è presente, i consumatori si sentono delusi dalla mancanza di opzioni. Solo nel Regno Unito, il 69% degli intervistati ritiene che una più ampia gamma di sapori e consistenze del cioccolato al latte dovrebbe essere disponibile anche per chi preferisce consumare la versione senza latte.

Per ovviare a questo problema, Callebaut ha allestito uno store virtuale in cui sono disponibili oltre 50 proposte tra dolci, drink, creazioni salate. Con tutorial e ricette da scaricare e provare a replicare a casa.

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