Il percorso Made in Italy: Setting a New Course è entrato nel vivo con il Made in Italy Summit 2021. Organizzato da Il Sole 24 Ore e Financial Times in collaborazione con Sky TG24, l’evento, che si è svolto dal 4 al 6 ottobre, si è concentrato sul Made in Italy, per il rilancio dell’economia italiana dopo la pandemia dell’ultimo anno.
Sono intervenuti, tragli altri, Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Maria Rosaria Carfagna, Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Maria Cristina Messa, Ministro dell’università e della ricerca, Ignazio Visco, Governatore Banca d’Italia, e Carlo Bonomi, Presidente Confindustria.
IL SETTORE AGROALIMENTARE
In particolare, nella seconda giornata, si sono affrontate le leve per la ripartenza del Made in Italy nei settori agroalimentare e vitivinicolo italiani. Alla tavola rotonda, dedicata ai nuovi scenari e prospettive internazionali per il settore agroalimentare e vitivinicolo, hanno preso Marco De Matteis, Amministratore Delegato De Matteis Agroalimentare, Stefano Ricagno, Vice Presidente Senior per il Consorzio per la tutela dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti docg, Ivano Vacondio, Presidente Federalimentare, e la chef e pasticciera Melissa Forti.
LE DICHIARAZIONI
MADE IN ITALY SUMMIT: VACONDIO (FEDERALIMENTARE)
“Io sono molto preoccupato per questo fenomeno dell’aumento delle materie prime, cereali, legno, carta. Non credo sia una bolla, temo sia strutturale e temo che inciderà moltissimo sulle nostre realtà. Uno degli handicap più grossi è pensare di crescere sui consumi interni: in dieci anni abbiamo perso il 10% dei consumi interni, nello stesso lasso di tempo siamo cresciuti del 92% sull’export”. E aggiunge: “Tutti rincorriamo la sostenibilità, ma la sostenibilità – come ricordato dall’Onu – ha tre gambe: economica, ambientale e sociale”. La corsa frenetica che ci siamo imposti in Europa, dopo i sacrifici enormi fatti in tempi di pandemia, verso target ambientali molto ambiziosi, in tempi brevissimi comporterà inevitabilmente costi molto alti”.
MADE IN ITALY SUMMIT: SCORDAMAGLIA (FILIERA ITALIA)
“Se il prodotto italiano è conosciuto nel mondo come sapienza di produzione agricola di eccezionale qualità, l’aspettativa è che questo ambiente lo si rispetti e che il prodotto sia sostenibile. Deve essere una sostenibilità competitiva, che si persegue con il maggior rispetto possibile dell’ambiente e con il minor spreco di risorse e questo è possibile grazie all’innovazione, in cui siamo primi nel mondo”. L’opposto di tutto ciò è la sostenibilità economica di chi vuole essere sostenibile producendo meno, come alcuni ministri europei che ho incontrato al G20 a Firenze: questo sarebbe un dramma. Se riduci la tua produzione sarai sempre più dipendente dalle materie prime che importi”. Ha inoltre aggiunto: “Dobbiamo continuare a lottare contro la diffusione dell’Italian sounding: oggi in America il falso Made in Italy vende cinque volte di più rispetto a quello vero. Bisogna cambiare il modo che abbiamo di raccontarci, la bandiera tricolore accanto al brand non basta più, per valorizzare le nostre eccellenze dobbiamo valorizzare l’intera filiera, i territori, i nostri metodi di produzione unici e sostenibili”. Bene in questo senso per Filiera Italia le misure di tutoraggio all’export per le imprese più piccole e il coinvolgimento delle aziende agroalimentari del Sud. “Queste ultime – ricorda Scordamaglia – infatti rappresentano nella quota di export il 20%, un valore inferiore alla loro incidenza sul valore aggiunto prodotto a livello nazionale”.
MELISSA FORTI
“Ovunque sono andata nel mondo, da Dubai alla Germania, quando si parla di Italia gli occhi si sgranano e le persone sorridono – racconta infine Melissa Forti, pasticciera, chef e imprenditrice italiana all’estero -. L’Italia è sinonimo di lifestyle e di qualità”.