Il caro prezzi tocca anche il pane: ne parliamo con Matteo Cunsolo

Assopanificatori avverte sul rincaro dei prezzi che toccherà il pane a causa del rincaro delle materie prime. Ne abbiamo parlato con Matteo Cunsolo, Presidente dell’Associazione Panificatori di Milano e Provincia e segretario Richemont Club Italia, nonché Ds Ambassador
Il caro prezzi tocca anche il pane: ne parliamo con Matteo Cunsolo

Carburante, gas, energia elettrica: il rincaro dei prezzi per la stagione è ormai cosa nota per tutti. Ma l’aumento riguarda anche altri settori e altri prodotti, come la materia prima nel comparto panificazione. “Si preannuncia un autunno all’insegna di forti aumenti per farine, burro, olio e lieviti. Tutte le materie prime sono in tensione e i fornitori annunciano forti rincari all’origine”. Si apre così la nota stampa firmata dal Presidente Assopanificatori di Fiesa Confesercenti Davide Trombini.

LA SITUAZIONE SECONDO ASSOPANIFICATORI

La registrazione dello status quo da parte di Trombini è molto ben definita: “I prezzi all’ingrosso delle farine di grano tenero sono in costante aumento mentre quelli delle semole di grano duro hanno registrato un vero e proprio balzo nel mese di luglio con un +6% rispetto a giugno. I dati ci dicono che luglio 2021 (rispetto a luglio 2020) ha visto un incremento dei prezzi all’origine del 9,9% per il frumento duro e del 17,7% per il frumento tenero. I fornitori ci avvisano che da metà settembre potremmo vedere aumenti anche a doppia cifra per le farine. Non è possibile registrare nel giro di pochi mesi sull’olio di semi raffinati aumenti medi del 33%, con il prezzo degli oli di girasole aumentato da luglio 2020 a luglio 2021 del 61% e il burro nello stesso periodo del 31%. C’è anche da dire che durante il lockdown quattro italiani su dieci hanno messo nel carrello più prodotti di base (soprattutto farine e lieviti) e anche una volta terminato il lockdown farine, lieviti, latte, uova e tutta l’ingredientistica registrano una espansione delle vendite di quasi il 25%. Nello specifico lievito di birra e farine registrano rispettivamente incrementi delle vendite del +59% e +36%. Allo stesso modo hanno ricominciato la salita i costi per tariffe e carburanti che da aprile in poi hanno iniziato a registrare variazioni tendenziali positive a due cifre: 15,7% ad agosto per l’energia elettrica,34% per il gas e 16,8% per i carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto. Rischiamo una situazione insostenibile sul fronte dei prezzi, conclude Trombini, perché a queste condizioni, in aggiunta agli aumenti di luce acqua e gas, i fornai non ce la possono fare a non aumentare i prezzi al dettaglio. Gli aumenti nei prezzi all’ingrosso e all’origine del frumento e degli olii ancora non si sono traslati sui prodotti al consumo che anzi continuano a registrare aumenti dei prezzi non solo inferiori all’inflazione media ma anche all’inflazione alimentare. Ma non potrà durare ancora a lungo. Occorre un’azione di vigilanza sui prezzi all’ingrosso ed evitare operazioni speculative sulle materie prime”. “Non vorremmo – ha concluso Trombini – che alla fine si parlasse di caro pane o altro. Le autorità si allertino, noi non ci stiamo a passare per quelli che aumentano i prezzi. Finora con grandi sforzi li abbiamo contenuti, ma di questo passo sarà impossibile continuare a mantenere i prezzi di pane e prodotti da forno stabili”.

L’OPINIONE DI MATTEO CUNSOLO

Ne abbiamo parlato con uno dei nostri Ds Ambassador, Matteo Cunsolo, Presidente dell’Associazione Panificatori di Milano e Provincia e segretario Richemont Club Italia che nel 2003 ha avviato La Panetteria a Parabiago (Milano). Secondo Cunsolo, ad incidere significativamente sul costo finale del pane, non concorre tanto la farina, che comunque si attesterebbe su prezzi bassi. Ma piuttosto, a spaventare è l’aumento della bolletta dell’energia elettrica. Per un panificio, che coinvolge ormai solo forni elettrici, e per molte ore al giorno, il problema si fa serio. E a spaventare è anche l’avvicinarsi del periodo natalizio, quando impastatrici e forni lavoreranno al massimo per la produzione dei panettoni. “Dobbiamo capire questi aumenti da cosa sono dati – spiega Cunsolo – ho paura che sia una bolla, che tutti, dai professionisti ai privati, corrano a fare scorta per poi vedere un automatico calo dei prezzi: non facciamo la guerra dei poveri!”. Ad aver concorso all’aumento, probabilmente, secondo Cunsolo, anche i comportamenti degli ultimi mesi. “Da marzo dell’anno scorso tutti si sono cimentati nell’arte della panificazione, chi casalingamente e chi invece, estendendo la propria attività. Le pasticcerie si sono messe a fare il pane, i ristoranti anche, gli alimentari pure. Si perde di identità e non si ha un riferimento in questo modo. Anche combattere contro questo tipo di innalzamento prezzi diventa un problema, se non c’è coesione tra noi panificatori”. E continua: “adesso dovremo spiegare ai nostri clienti che questi aumenti esistono davvero, che toccano anche il pane, un alimento che storicamente non subisce inflazioni, e che inevitabilmente dovremo alzare i prezzi. Se dovessimo sobbarcarci noi questi costi, saremmo una delle tante categorie destinate a morire: non perdiamo anche i panifici”.

L’APPELLO AI PANIFICATORI

E poi, l’invito. Il Maestro Cunsolo conclude infatti con l’auspicio che la categoria possa davvero lavorare fianco a fianco e fare sistema, al fine di avere più voce ed essere riconosciuta dal grande pubblico come quello che è: un punto di riferimento per la valorizzazione del pane. “Non abbiamo sfruttato il momento che per noi sarebbe stato più propizio, il primo lockdown, quando appunto tutti hanno riconosciuto il valore e la fatica che stanno dietro ad un prodotto apparentemente semplice come il pane. Spero che riusciremo a farlo presto, per nobilitare il nostro mestiere, così antico e così moderno”.

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