Nato il 10 novembre 1993, Christian Marasca muove i primi passi nel mondo della pasticceria nelle aule di ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana. La passione per quest’arte lo porta prima in Piemonte da Montersino, poi a Roma con Tiziano Mita, passando per il Pagliaccio, dove incontra Antonio Ziantoni, chef patron del ristorante Zia, senza dimenticare le esperienze a Gruè a Roma con Felice Venanzi e da Grolet a Le Meurice a Parigi. Al ristorante Zia arriva fin dal giorno zero, sposando a pieno la filosofia di una cucina di grande tecnica al servizio del gusto, con richiami classici, poca frivolezza, tanta pulizia e concretezza. Identità, classicità e gusto sono i punti cardine della ricerca quotidiana dello Zia. Cardini che si concretizzano nel rapporto tra menu e carta dei dessert composta, quest’ultima, da quattro proposte in cui Christian, affiancato dalla stagista Martina, punta a esaltare la parte dolce con equilibrio, perché «il dessert deve essere goloso ma non stucchevole, l’equilibrio deve passare sempre per la componente dolce, ma questa deve essere moderata. La difficoltà sta nel saper equilibrare lo zucchero, sfruttandone le sfaccettature. Il dessert è difficile in quanto arriva alla fine di un percorso, ed è e importante in quanto lascia il ricordo della cena. Deve essere leggero ma goloso, ti deve lasciare la voglia di volerne ancora». Secondo questo criterio di equilibrio, la carta dei dessert cambia quattro o cinque volte l’anno senza mai stravolgere la proposta e puntando a mutare la componente stagionale come in Mandorla e vaniglia, Caffè e cardamomo nero, Mango e curcuma.
IL SIGNATURE DESSERT: Babà, chantilly e pesca
Questo dolce è il simbolo della ricerca sulla tradizione vista con gli occhi di Marasca
La carta dei dessert di Zia Restaurant
