Oltre 5 miliardi di transazioni, per un totale di 268 miliardi di euro: sono i numeri dei pagamenti digitali in Italia nel 2020. Ad affermarlo l’Osservatorio Innovative Payments del politecnico di Milano che rileva anche come i digital payments siano passati dal 29% al 33% del valore totale dei pagamenti nel nostro paese, aumentando quindi la penetrazione rispetto al contante, che resta comunque il metodo di pagamento più utilizzato.
LA PANDEMIA HA SPINTO I DIGITAL PAYMENTS
Una diretta conseguenza delle restrizioni dovute al Covid-19 è stata l’avvicinamento dei cittadini al mondo dell’e-commerce e dei pagamenti online. Gli acquisti via web sono aumentati del 31% nel 2020 e lo smartphone è diventato il device preferito, superando il PC. Il mobile commerce ha raggiunto infatti quota 15,65 miliardi di euro e una penetrazione sul totale eCommerce del 51%.
Tra le novità più interessanti del 2020 c’è anche la sempre maggiore offerta di servizi digitali per le consegne a domicilio abilitati dai pagamenti digitali, che possono passare per l’invio di un link di pagamento tramite SMS o chat (Pay by link) o tramite mobile wallet.
Con le riaperture e il ritorno nei punti vendita fisici non si è ritornati alle abitudini di pagamento di prima, ma si è confermata una crescente preferenza per i pagamenti contactless, complice la paura del contagio. Questi sistemi di pagamento “senza contatto”, nel 2020, registrano un incremento del +29%, raggiungendo quota 81,5 miliardi di euro, e ancor più quelli mediante smartphone e wearable: +80% per un giro d’affari di 3,4 miliardi.
ITALIA: FANALINO DI CODA DEI PAGAMENTI DIGITALI
…ma le cose stanno cambiando.
Prima del lockdown, nonostante tassi di crescita promettenti, i pagamenti digitali non erano ancora permeati completamente nella quotidianità degli italiani. «Secondo i dati della Banca Centrale Europea, l’Italia nel 2019 si posizionava al 24esimo posto su 27 nella classifica continentale delle transazioni con carta pro-capite seguita solo da Germania, Romania e Bulgaria, tutti Paesi con crescite superiori alla nostra» fa sapere Alessandro Perego, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. «Oltre alla pandemia, che ha cambiato le nostre priorità e il nostro modo di rapportarci con gli altri, così come quello di effettuare acquisti, nel corso di quest’anno sono entrate in gioco anche alcune iniziative di incentivo del Governo, che hanno acceso i riflettori su queste tematiche e stanno portando – direttamente o indirettamente – sempre più persone a preferire i pagamenti elettronici».
Gli ultimi mesi del 2020, sono stati caratterizzati dall’entrata in scena, con modalità e risultati molto dibattuti, dell’iniziativa legata al Cashback di Stato, uno dei provvedimenti che compongono il Piano Italia Cashless, che comprende iniziative quali il credito di imposta sulle commissioni pagate dagli esercenti; deterrenti, come la stretta sul limite massimo di utilizzo del contante, e altre azioni, come la Lotteria degli Scontrini.
«Il Piano, pur con delle limitazioni, rappresenta un segnale positivo: in un quadro europeo che vede l’Italia tra i paesi meno avanzati in termini di pagamenti digitali, è degno di nota che finalmente queste tematiche siano giunte al centro del dibattito politico» commenta Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments. «Il 2020, pur nella sua drammaticità, potrebbe davvero aver segnato un punto di svolta per il settore dei pagamenti digitali. Già nel passato dalle nostre ricerche è emerso come le persone che provano a utilizzare i pagamenti più innovativi, come lo smartphone, poi difficilmente li abbandonano. Questo aspetto, unito alla volontà di mantenere le distanze e limitare i contatti da parte degli italiani e a un paese che, seppur lentamente, si muove verso una digitalizzazione più marcata, può rappresentare una importante base per una accelerazione definitiva per i pagamenti digitali nel prossimo biennio».
COSA SONO I PAGAMENTI CONTACTLESS
Si tratta di tutte quelle transazioni effettuate nei negozi fisici attraverso un processo che non richiede il contatto tra dispositivo di pagamento (per esempio carta, smartphone o wearable) e il terminale (POS).
La gran parte delle carte attualmente in circolazione, circa 80 milioni, secondo l’Osservatorio, sono già abilitate per pagamenti contactless grazie alla tecnologia RFID (Identificazione a Radio Frequenza). Il pagamento contactless con carta è inoltre favorito dall’ampia rete di terminali POS abilitati (circa 1,9 milioni, pari al 90% del totale). A questo si aggiunge il fatto che nel nostro paese il limite di pagamento contcless senza inserire il PIN è stato alzato da 25 a 50 euro a partire dal primo gennaio di quest’anno.
I pagamenti “senza contatto” da smartphone richiedono che questi ultimi supportino la tecnologia NFC (Near Field Communication). Ne sono esempi Apple Pay, Samsung Pay, Google Pay che funzionano semplicemente avvicinando il telefono al POS. Si tratta di soluzioni che si appoggiano a una carta di credito, con il vantaggio di non doverla estrarre dal portafogli né di dover digitare PIN o fare altri passaggi. Una soluzione facile da adottare dato che la maggior parte dei POS è compatibile con questa tecnologia.
In alternativa alla tecnologia NFC, troviamo anche sistemi di pagamento che sfruttano la geolocalizzazione o prevedono la lettura di un QR Code. Si tratta di digital wallet, ovvero “portafogli digitali” che possono essere collegati a carte di pagamento e conti correnti (ma anche a carte fedeltà e altri documenti) e possono essere emessi da banche e altre istituzioni finanziare, telco e aziende private.
E PER L’ESERCENTE COSA CAMBIA?
La differenza chiave per l’operatore sono le commissioni pagate che, nel modello NFC seguono il pricing della carta, mentre nel modello Satispay sono pari a zero per transazioni fino a 10 euro, mentre per cifre superiori sono di 20 centesimi a pagamento. Un tariffario sicuramente molto interessante per attività con uno scontrino medio piuttosto basso. Altre soluzioni che offrono un’esperienza simile sono Bill di Sisal Pay (commissioni pari a zero per transazioni sotto ai 10 euro e 0,10 euro per importi superiori) e Bancomat Pay Busiuness, dove le commissioni sono decise dall’istituto bancario dell’esercente.