Abbiamo appena trasmesso il webinar “Il digitale potenzia il pastry-business” in collegamento dalla Vision Plaza di Sigep Exp. Abbiamo parlato di delivery insieme ai Maestri Giuseppe Solfrizzi, Gianluca Fusto e Roberto Rinaldini, con gli interventi di Rita Clivio, consulente senior TradeLab e Stefano Manili, CEO & Co-founder Cosaporto.it. Ecco cosa ne è emerso. È ormai chiaro come il delivery sia di supporto a tutti gli attori del settore, e come sia destinato a diventare un cambiamento strutturale che erediteremo dalla pandemia.
LA PANORAMICA DI TRADELAB
Portando d’esempio numeri, ecco lo scenario evidenziato da Rita Clivio, che rivela tendenze e rapporto tra online e offline.
Nell’ultimo semestre del 2020, il periodo preso in esame, le occasione per il delivery sono state molte, e la richiesta si è mantenuta stabile anche periodi di non lockdown. I luoghi destinati al consumo di delivery sono dapprima le abitazioni private, ed in seconda battuta anche luogo di lavoro. Sono nati anche molti punti indipendenti per la consegna in proprio, che avviene per telefono nell’80% dei casi, e sulle piattaforme online per il rimanente 20%. In questo caso il traffico è concentrato soprattutto sulle App. Il canale offline è scelto prevalentemente per il momento della cena e concentrato al Sud e nei piccoli centri urbani. Il canale online per pause pranzo, aperitivi, colazioni, concentrato al Centro Nord e nei grandi centri urbani. Il target è prevalentemente maschile e giovane. In questo periodo sono state 38 milioni le consumazioni che interessano il comparto del food dolce tramite food delivery. Cioè 1 su 10. Si suddividono in offline all’8% e online al 13%. Questo perché online gli stimoli visivi maggiori possono indurre all’acquisto e la modalità di promozione è più stimolante. Tra le tipologie di dolci più ordinati online troviamo dolci da forno, brioche, donuts e snack dolci. Per l’offline rimane viva l’ordinazione di torte, dessert e ordini più tradizionali e strutturati.
ROBERTO RINALDINI
Presente su Deliveroo, Cosaporto e ora anche su Amazon, Rinaldini è stato sicuramente precursore di delivery e supporto digitale. Non poteva prevedere la pandemia ma prevedeva l’espansione di questo mercato. Alcune consegne vengono gestite internamente, per le zone più vicine, mentre per quelle più lontane si affida ai partner. L’importante è la qualità del servizio: il prodotto deve arrivare a casa come se fosse appena stato acquistato in pasticceria. Per tutte le problematiche che possono scaturire è direttamente proporzionale l’attività di Customer Service, sempre pronta e reattiva nel soddisfare le esigenze del cliente. Su Amazon Prime sono già disponibili da 20 giorni alcuni prodotti, tra cui il panettone, e le referenze pasquali. Altri arriveranno in un secondo momento poiché è necessario cambiare alcune ricette: i prodotti venduti tramite questo canale devono avere una shelf life minima di 90 giorni. Sono stati studiati degli imballi appositi, per far toccare il prodotto il meno possibile. Per esempio, la colomba pasquale prevede un’ulteriore scatola oltre a quella normalmente prevista.
GIUSEPPE SOLFRIZZI DI LE LEVAIN
Le Levain vende il fresco a Roma. Si è cavalcato il periodo lockdown, dapprima con Cosaporto e in seguito con la creazione di un canale diretto per prendersi cura del cliente. Bisogna trattare il cliente come se fosse nel negozio e per questo, secondo Sulfrizzi, è talvolta necessario riorganizzarsi internamente per cambiare dei processi produttivi, anche con le stesse risorse. Interessante il discorso sui prezzi dei prodotti in consegna. La scelta portata avanti è di non aumentarli, le spese di consegna vanno però in base alle fasce e al Cap. Per le zone vicine 6 euro e per quelle distanti 8.50. Questo non il costo pagato dalla pasticceria al partner: per il servizio pagano una media di 10 euro a consegna. Però si è deciso di farsi carico di una parte di spesa per essere competitivi.
GIANLUCA FUSTO
Aperto l’8 marzo, immediatamente prima della prima chiusura totale, Fusto Milano si è attivato per le consegne di Pasqua 2020 internamente. Poi, per fortuna, come specifica Fusto, la scelta è stata di affidarsi in esclusiva a Cosaporto per creare vetrina virtuale. Nel caso specifico, la pasticceria non ha una vetrina su strada, e la gestione del cliente avviene tramite Whatssapp.
STEFANO MANILI DI COSAPORTO.IT
Il focus verte su un quesito: Cosaporto ha generato nuovi comportamenti di acquisto? Secondo Manili sì, dato che la piattaforma è nata proprio per raggiungere un segmento di offerta, domanda e target differente dai canali tradizionali. Si tratta infatti di un Quality Delivery, dato che è diventato necessario poter trovare disponibile anche un prodotto di alta qualità. Le differenze si notano anche su progetti differenti, come quelli di charity, e le molte collaborazioni nate, come il vendere fiori e dolci insieme in occasione di San Valentino. Cosaporto vende per il 70% prodotti food, di cui un 80% è rappresentato da prodotti di pasticceria. La percentuale è alta poiché si tratta di prodotti adatti ad un regalo. E poi anche perché il dolce è bello da comunicare, offre molti contenuti e si presta allo storytelling. Tra le consegne più particolari, quella di una mamma che durante il lockdown, per festeggiare il compleanno del figlio, ha ordinato una torta per festeggiare a casa e ha poi spedito una fetta della stessa torta agli amici collegati in streaming per la festa. E poi quella della torta di compleanno a Papa Francesco.