Un nuovo modo di servire e gustare il classico zabaione trova spazio a Torino, tra tradizione, nuove ricette e nuovi progetti
La specialità sabauda è una delle ricette più apprezzate del periodo invernale. E adesso che bar e pasticcerie sono costrette ad aperture e chiusure intermittenti sta diventando comune la versione d’asporto. Se molte sono le regioni che vorrebbero rivendicarne la paternità, è Torino che ha visto aggiudicarsi la riconoscenza. Lo zabaione è infatti stato inserito nei Pat, i prodotti agroalimentari tradizionali riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura.
A Torino ogni caffè storico propone la sua speciale variante. “La ricetta di mio nonno Gerolamo impone di versare il Marsala in una pentola e portare a ebollizione. Poi bisogna aggiungere l’impasto che comprende tuorlo d’uovo, zucchero e farina”, ha raccontato Alessandro Fontana della caffetteria Daf Elite a La Stampa. Qui si può assaggiare anche sotto forma di piccole bignole decorate con una perla di cioccolato bianco.
Vi è poi lo storico Pepino, che ne propone diverse versioni. Secondo Edoardo Cavagnino, quinta generazione alla guida del locale, “il segreto della ricetta tradizionale è nel prepararlo al momento e utilizzare solo prodotti freschi e di qualità, oltre a una buona dose di passione”. Si possono provare anche lo zabaione col Pinguino alla nocciola e poi una versione innovativa con cannella e scorza d’arancia essiccata.
L’ultima invenzione in fatto di zabaione arriva da Alberto Marchetti. Oltre a proporlo in bicchierini da passeggio ha creato anche Zabà, zabaione in barattolo da spalmare. Questo progetto è nato grazie alla collaborazione con un gruppo di ragazzi disabili e sostiene il Serming Arsenale della Pace.