Ogni locale deve essere unico perché deve interpretare e tradurre in pratica le idee, i sogni e i valori di ciascun artigiano. Ecco cosa ci hanno raccontato gli esperti
Dalla semplice fornitura di arredi, allo sviluppo di format, per arrivare all’ideazione e realizzazione di soluzioni taylor made e allo studio di concept sempre più personalizzati. Il settore della progettazione e realizzazione, negli anni, si è evoluto da una strategia prodotto-centrica a una focalizzata sul cliente, la sua offerta, i suoi desideri.
Eppure per Franco Costa, presidente di Costa Group, «nulla è cambiato, il bello è rimasto bello, contro chi vuole appiattire il saper fare». Ed è proprio questo per Costa il requisito principale: il saper fare, lavorando per il fine che si vuole esaltare. «Le nostre sfide per il futuro sono rivolte a riscoprire il bello che il passato ci ha lasciato, interpretando la storia e la tradizione, coltivando la passione e trasmettendo tutto questo a chi viene dopo di noi: niente di diverso dal passato, ma con la consapevolezza di operare in questa direzione. Per questo per me non esiste uno stile, ma esiste il saper interpretare ed esaltare il bello che l’idea può offrire. Partire da un prodotto, esaltare la positività, individuare il senso, sono elementi base per il successo di un format».
Anche per l’architetto Marco Taurian di Tecnoarredamenti il tema dominante non è la forma, ma la valorizzazione del prodotto e la partecipazione multisensoriale alla vita dell’ambiente. «Nella progettazione di uno spazio di food retail è fondamentale evidenziarne il valore narrativo, ovvero la capacità di comunicare il brand e i prodotti con un linguaggio coinvolgente. Un racconto fatto di materiali, colori e segni grafici. Un mix dal sviluppare appositamente per ogni cliente all’interno di un concetto creativo non replicabile in altre situazioni». Secondo l’architetto Taurian, quindi, progettare gli spazi del food retail significa creare un’identità capace di distinguersi; dare vita a un ambiente che attrae le persone e suscita emozioni, ma che sia anche in grado di soddisfare esigenze concrete e immaginare nuovi scenari per il futuro.
Tendenze da seguire
Stile, sobrietà, ambienti confortevoli. Sono queste le caratteristiche che oggi i clienti ricercano in un locale secondo Santo Scibetta, titolare e art director di CierreEsse. «Negli ultimi anni sono emerse alcune tendenze: la ricerca di elementi distintivi e particolari nella scelta di materiai e tessuti, ma anche il gusto per layout easy, come direbbero gli inglesi. Questo non solo per fare sentire a proprio agio il cliente, ma perché sempre più spesso chi apre nuovi locali persone proviene da settori molto diversi, che privilegiano strutture e modalità di offerta più agevoli».
Per Enzo Di Serafino, direttore commerciale di Frigomeccanica, uniformarsi a degli standard è assolutamente da evitare: «Il cliente cerca la personalizzazione, l’unicità, vuole mettere in evidenza la propria idea non solo attraverso i prodotti che offre, ma anche con l’arredo. La sfida è dunque la flessibilità che per noi si traduce nell’essere in grado di soddisfare le esigenze del cliente, non solo in termini estetici, ma di budget, adattando le nostre soluzioni o riprogettandole su misura per il tipo di locale, di offerta, di location e di disponibilità economica. Gli stili sono passeggeri, si evolvono come si evolve la tecnologia. Fino a qualche tempo fa le bakery erano il trend dominante, ora in Italia siamo in pieno stile industriale, ma ancora non sono tramontati il minimal e il luxury, mentre pare stiano arrivano nuove idee da architetti che si rifanno agli anni ’50. In Italia tuttavia la vera tendenza è quella di non uniformarsi a uno stile ma di differenziarsi e mettere sempre un tocco personale. Basta dire che lo sta facendo anche Mc Donald’s nei suoi locali»