7 pasticceri s’incontrano per una giornata di scambio e confronto, ospitati dal Laboratorio Ricerca e Sviluppo di Agugiaro&Figna Molini, a Curtarolo (Pd). La finalità non è commerciale, ma vuole attivare condivisioni, sinergie e sviluppo di nuovi orizzonti
Nelle differenze si trovano i tesori. Nelle comunanze i valori. Sei grandi professionisti della pasticceria tutti accomunati da una passione inestimabile verso il loro mestiere, tutti spinti da una forza che si può riassumere nell’operazione passione=felicità +gratificazione. Un’operazione che si moltiplica all’infinito. La passione deriva dall’Ego che sente l’urgenza di esprimersi. L’espressione produce felicità. Questo risultato sommato alla gratificazione che deriva dagli altri, potenzia la felicità che nutre la passione, in un circuito che non ha fine.
Nell’Ego che si esprime in modo sincero, troviamo invece le differenze: ognuno con la sua personalità, i suoi tratti distintivi che rendono unica la sua proposta. Abbiamo incontrato il pasticciere “passionale”, “sognatore”, “curioso”, “essenziale”, “pop” e “artistico”. Questi gli aggettivi con i quali loro stessi si sono definiti, anche se sappiamo che ogni definizione può risultare stretta e che ogni individuo evolve costantemente.
Un Molino che riflette i suoi valori
In queste pagine vi mostriamo i dolci che li rappresentano in pasticceria, dolci specchio della loro personalità professionale. Un modo per raccontarsi, e dunque riallinearsi a se stessi, offerto in un contesto altamente significativo, il laboratorio di uno storico molino italiano. Un luogo dove dal 1400 si macina farina ininterrottamente e che in queste centinaia di anni ha saputo evolversi con scelte strategiche che lo hanno portato ad essere il primo gruppo italiano per la macinazione del grano tenero e un punto di riferimento per il target artigianale e industriale. «Questa giornata – spiega Giovanna Vignato Agugiaro&Figna Project Manager e Le Sinfonie Martketing Manager – rappresenta la prima scintilla di un percorso che Agugiaro&Figna Molini ha deciso di intraprendere. Quello di cambiare la propria visione del marketing, scardinare quello convenzionale per ripensare linee di condotta virtuose, che aiutino il molino a svilupparsi in direzione di valori sani, buoni, puliti e giusti e al contempo lo vedano al fianco dell’artigiano, per sostenerlo nel suo percorso di crescita professionale e creativo. In quest’ottica il Molino non vuole insegnare come si utilizza la farina, ma si pone in posizione di ascolto attivo e interpreta il proprio ruolo di conoscitore del grano e della macinazione, mettendosi al fianco della creatività e della passione dell’artigiano.
Questa incontro – continua Giovanna – viene proposto come momento di confronto e di condivisione di sé, ottenendo riconoscenza e riconoscibilità, priva di obblighi, nella speranza che nuovi percorsi possano coinvolgerci verso un futuro più sostenibile, meno opportunista, più consapevole, meno auto referenziale.
Questi motivi s’inseriscono in una visione globale aziendale di auto responsabilità che ci hanno convinto a stringere una partnership significativa con Slow Food e i suoi valori, che ci portano a non essere costrittivi nelle collaborazioni, a scegliere soltanto energia verde, a sottoscrivere codici etici sul lavoro, a coinvolgere i fruitori dei nostri prodotti per chiedere loro cosa ne pensano e cosa vorrebbero sviluppare insieme». «Questa mescolanza di forti personalità ci permette di creare ricchezza, ma soprattutto forza: perché il gruppo vale molto di più della somma dei singoli individui che lo compongono. Non ci interessano più le strade preconcette, vogliamo perseguire la nostra visione, dettata dal prendere consapevolezza e responsabilità del nostro ruolo nei mondi (nel mondo molitorio, nella pasticceria artigianale o nell’industrial retail). Viviamo una realtà piena di contraddizioni, convivenze degli opposti e confusione, per questo ci salva avere una “visione”, una strada consapevole da perseguire con passione».
La parola a Riccardo Agugiaro
«Rappresento la settima generazione alle redini del Molino Agugiaro, nel 1400 proprietà della famiglia Bembo e che da allora ha tramandato l’arte molitoria, fino a mio padre Giorgio Agugiaro. Nel 2003 abbiamo avviato una fusione al 50% con il Molino Figna di Collecchio (Pr), in un periodo storico non sospetto, nel quale l’economia era fiorente, con l’obiettivo di unire le competenze delle due realtà molitorie, la prima rivolta al target artigianale, la seconda specializzata verso l’industria. La scelta si è rivelata lungimirante e vincente, perché ha permesso alle due famiglie proprietarie di mantenere e affinare le proprie competenze pur presentandosi sul mercato con un profilo completo e una condivisione di know how che si è rivelata strategica per i tempi odierni. Oggi, pur essendo il patrimonio molitorio italiano il migliore al mondo, il settore sta vivendo un periodo di difficoltà: basti sapere che nel 2000 i molini in Italia erano 800 e oggi siamo a circa 220. Il patto sottoscritto con Figna inoltre, ossia quello di reinvestire gli utili all’interno dell’azienda, ci ha permesso di crescere costantemente: non abbiamo un grande molino, ma 6 impianti che ci consentono di mantenere alto il livello di qualità, flessibilità e artigianalità. Agugiaro&Figna è stato uno dei primi molini in Italia ad avere un centro di Ricerche e Sviluppo interno, a partire dagli anni Ottanta, quando insieme al maestro lievitista Franco Maestri lavoravamo per primi sul lievito madre essiccato. Grazie al centro applicativo di Perugia e ai nostri tecnici interni, sviluppavamo ricerche interne i cui risultati venivamo poi presentati ai nostri clienti durante dimostrazioni presso i distributori. Da allora il mondo è cambiato tanto, per noi non esistono più segreti perpetrati dalle aziende in solitudine, ma esiste un network, che parte dai contadini e arriva al consumatore finale passando attraverso il trasformatore, i cui attori devono lavorare insieme per scambiarsi informazioni e feedback in modo da far crescere l’intero settore e migliorare le condizioni di tutti. Lavoriamo insieme ai nostri tecnici, ai ricercatori, ma vogliamo coinvolgere tutti gli attori della filiera, soprattutto con pasticceri, pizzaioli, panificatori e chef».
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