Il maestro pasticcere vicentino Diego Crosara è stato scelto per affiancare Angelo Marchesi nel ruolo di responsabile di prodotto per Marchesi 1824
Lo storico marchio della pasticceria milanese Marchesi 1824 ha oggi un nuovo responsabile di prodotto: si tratta del maestro pasticcere vicentino Diego Crosara, personaggio di grande rilievo nel panorama dolciario italiano, che nel suo curriculum vanta risultati d’eccellenza, come la duplice incoronazione a Campione del mondo di Gelateria e il titolo di Campione del mondo di Pasticceria. Dopo un inizio da chef, Crosara ha arricchito la sua formazione frequentando corsi di perfezionamento in Italia e all’estero, sviluppando una straordinaria passione per l’arte dolciaria, nonché per la didattica: ha infatti lavorato con la Nazionale Italiana Cuochi e conquistato la medaglia d’oro alla Coppa del Mondo di Gelateria a Rimini nel 2012, come allenatore.
“Da oggi, assumo ufficialmente il ruolo di responsabile di prodotto per Marchesi 1824. – ha dichiarato Diego Crosara – Un altro importante traguardo è stato raggiunto e non potrei esserne più orgoglioso!”
E difatti il ruolo proposto al pluripremiato pasticcere è di grande prestigio: la pasticceria Marchesi 1824, acquisita dal gruppo Prada nel 2014, vanta oggi tre punti vendita nelle zone più chic di Milano, quali Montenapoleone, Galleria Vittorio Emanuele II e naturalmente la storica boutique di Via Santa Maria alla Porta, con alle spalle 200 anni di storia d’eccellenza, di artigianalità e di tradizione.
Angelo Marchesi, nipote e omonimo del fondatore della pasticceria, è oggi alla guida del brand e verrà affiancato, d’ora in poi, da Diego Crosara nello sviluppo di nuove collezioni di pasticceria e cioccolateria: gianduiotti, praline, confetture, gelatine, confetti, creme spalmabili e tante altre squisitezze, artigianali al 100% confezionate in packaging eleganti ed originali, andranno ad arricchire le linee già esistenti di Marchesi 1824, nel pieno rispetto dei principi di qualità ed eccellenza che identificano il marchio da quasi due secoli.
di Marianna Zarini