Il cocco è un ingrediente ricco di proprietà benefiche e sempre più utilizzato: polpa di noci di cocco, latte di cocco, acqua di cocco, crema di cocco. Ma i Caraibi, uno dei principali esportatori di cocco, iniziano ad esserne a corto
“Cocco ovunque” è uno dei trend dell’estate 2017: il latte di cocco è adorato come alternativa al latte vaccino, la sua polpa si usa come ingrediente per torte, gelati, dolcetti, creme, yogurt. Con l’acqua di cocco, ricca di potassio ed elettroliti, si fanno bevande per sportivi, per non parlare di tutti gli utilizzi del cocco nell’industria cosmetica.
Per di più, il taglio drastico dato al demonizzato olio di palma, sia per questioni di sostenibilità, sia per l’elevata percentuale di grassi saturi che contiene, ha spinto il mercato a girare l’occhio verso altri tipi di oli vegetali, tra cui l’olio di cocco che, in realtà, contiene ancora più grassi saturi (82%) dell’olio di palma (49%).
Nel mondo occidentale, a partire dagli Stati Uniti, la richiesta di prodotti a base di cocco è sempre maggiore: Starbucks ha lanciato la linea di latte vegetale derivato da frutti tropicali, Rihanna e Matthew McConaughey investono e pubblicizzano l’acqua di cocco come bevanda alla moda e ricca di proprietà benefiche. Fatto sta che nel 2016 il prezzo delle noci di cocco è cresciuto del 50% e secondo un rapporto pubblicato da Bloomberg L.P. alcuni mesi fa, i Caraibi, tra i maggiori esportatori di noci di cocco mondiali, iniziano ad essere a corto del loro prodotto di punta.
Nell’immaginario collettivo, Caraibi è sinonimo di noci di cocco, e in effetti, poco ci manca. Quindi ci si immagina anche che, data la continua e crescente richiesta di questo squisito frutto, l’economia caraibica sia altrettanto in crescita e che gli agricoltori autoctoni guadagnino: non è così. Per una serie di ragioni, tra cui alcune siccità consecutive, alternate a violenti temporali, e una malattia letale che ha colpito diverse coltivazioni, le noci di cocco stanno drasticamente diminuendo. Secondo la Food and Agriculture Organization dell’ONU le piantagioni di noci di cocco caraibiche sono diminuite del 17% dal 1994.
È un problema che nessuno aveva visto arrivare. Le palme da cocco sono cresciute floride per 500 anni nei Caraibi, dopo che gli Inglesi le avevano importate lì dall’Oceano Indiano, ma nelle ultime due decadi hanno iniziato una grossa fase di decrescita. Il mercato sta imponendo una richiesta eccessiva di noci di cocco, superiore alla effettiva disponibilità del prodotto. Molti agricoltori cercano di bypassare il problema raccogliendo anche noci di cocco non ancora mature e pronte per essere aperte e che, di conseguenza, vengono scartate e buttate. Per velocizzare i tempi di raccolta, molti coltivatori scelgono di mettere da parte la qualità a favore della rapidità. Ma la bassa qualità ha effetti anche sulla quantità, dal momento che se le noci di cocco non contengono acqua, non sono vendibili.
Quello che ci si può aspettare è quindi una ulteriore crescita del prezzo del cocco nei prossimi anni.
Di Marianna Zarini