La catena americana allarga l’offerta e azzecca la formula del successo
Secondo il report “Ones to watch” firmato dall’istituto di ricerca britannico Horizons (www.hrzns.com), Dunkin’ Donuts è l’insegna che, percentulmente, è cresciuta più velocemente nel Regno Unito negli ultimi tre anni. Nel periodo 2013 – 2016, inoltre, i locali della catena americana sono passati da uno a venti e, sotto questo fronte, è il secondo brand a più rapida espansione nel paese. L’obiettivo per il medio termine è l’apertura di cento locali. Per il marchio a stelle e strisce, in realtà, il Regno Unito rappresenta un ritorno di fiamma, visto e considerato che già alla metà degli anni Novanta aveva cercato di trovare il proprio spazio nelle abitudini alimentari degli inglesi. La catena, però, non era riuscita a raccogliere il successo desiderato e, dunque, nel 2002 aveva fatto le valige ed era tornata a casa. Un anno più tardi, il concorrente Krispy Kreme ha avuto miglior fortuna ad approdare nel Regno Unito. Il succeesso del rilancio di Dunkin’ Donuts, passato attraverso accordi di licenza, è dovuto soprattutto a una revisione della formula. “Il nostro focus negli anni Novanta era soprattutto sui doughnut (le ciambelle che l’hanno reso famoso, ndr), ma adesso l’offerta abbraccia anche un’ampia scelta di bevande e sandwich”, ha commentato l’amministratore delegato Nigel Travis, parlando recentemente con la stampa. Dalla ricerca di Horizons emerge inoltre che sono proprio le insegne ispirate alla cultura americana quelle che, al momento, godono del maggior favore dei clienti nel Regno Unito: barbeque, diner, burger bar, infatti, stanno superando il trend “messicano” che, negli ultimi anni, aveva dominato i consumi alimentari fuori casa. L’espansione delle insegne Made in Usa riguarda le principali grandi città, ma anche i centri commerciali e, per quanto la disponibilità di location continui a pesare sui bilancio, dagli operatori è considerata meno impattante di un tempo. Per contro, sono aumentati i costi del personale e degli affitti ed è con queste due variabili, oltre che con una sempre più agguerrita concorrenza, che bisogna fare i conti.
di Stefania Medetti