Tiramisu Delishoes: un peccato tira l’altro

Tiramisu Delishoes: un peccato tira l’altro

Scarpe e dolci: tentazioni irresistibile per le donne. In quest’ottica nasce Tiramisu Delishoes, concept ibrido che amalgama un bar con migliaia di tiramisù diversi, un dessert-restaurant e una boutique di calzature alla moda

L’abbinamento è di quelli che manda in visibilio le donne. Un bel paio di scarpe trendy e un delizioso dolce sono tentazioni alle quali, molto sovente, il gentil sesso difficilmente sa opporre resistenza. Parte da questi due desideri “in rosa” Tiramisu Delishoes, nuovo fashion dessert restaurant inaugurato di recente a Milano, all’angolo tra via Madonnina e via Formentini, quartiere Brera.

Il tiramisù sale in cattedra

Il nome del locale fornisce un primo indizio. Il bancone che, varcata la soglia d’ingresso, accoglie il cliente, contribuisce a rendere il tutto ancora più chiaro: il protagonista assoluto è il tiramisù, uno dei vanti della cultura dolciaria italiana, che da Tiramisu Delishoes è proposto in molteplici ricette. Parliamo di migliaia di preparazioni: 3125 per la precisione, ottenute combinando tra loro cinque ingredienti appartenenti ad altrettante categorie di prodotto (biscotto, crema, guarnizione, bagna e decorazione). Un’infinità di intrecci frutto dell’estro di Jordi Butrón e Xano Saguer, i deus ex machina di Espai Sucre di Barcellona, il primo dessert restaurant al mondo, reclutati come consulenti per dare vita al progetto milanese. Se la regia è, dunque, spagnola, la realizzazione è italiana: sia nella scelta degli ingredienti, tutti di italica provenienza, sia per il fatto che la preparazione dei dolci è affidata alla maître pâtissier Roberta Santambrogio. Il cliente può sbizzarrirsi e, in base ai suoi gusti personali, creare la composizione preferita, preparata sotto i suoi occhi standosene comodamente seduto sugli sgabelli in prima fila. Ogni porzione di tiramisù ha un costo di 10 euro e, delle oltre 3mila proposte, ne esiste anche una senza glutine, per chi fosse affetto da celiachia. Al bancone si possono, ordinare anche altri dolci classici, dalla tarte tatin ai muffin, dai croissant alle cheesecake e così via.

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Matrimonio tra sapori

Superato il tiramisu bar, il locale prosegue nell’attigua saletta, denominata “azzurra”, la quale, in stile bistrot, introduce al primo spazio ristorante che si snocciola poi in una seconda zona, questa volta posizionata al piano inferiore e arricchita da un “caveau” dove, appunto, è possibile acquistare eleganti scarpe (e volendo accessori complementari, come borse e gioielli). Nell’area ristorativa ogni singola portata è il risultato di un’attenta alchimia tra sapori, dove il dolce si sposa con il salato. Sfogliare la carta menù del Tiramisu Delishoes è una divertente esplorazione verso nuove frontiere gastronomiche: in tutto 35 ricette, anche in questo caso pensate dai due cuochi catalani e preparate da uno chef francese, Kevin Eyraud, allievo di Espai Sucre. Quattro sono i percorsi degustazione a prezzo fisso che variano da 30 euro (due piatti e vino abbinato per ognuno) a 65 euro (quattro piatti, quattro calici). A chi, invece, preferisce scegliere le portate, il ristorante propone soluzioni a base di carne (16 euro a piatto) e pesce (18 euro), sempre interpretate in chiave dolceamara. Qualche esempio: petto con cioccolato e mostarda di pera o baccalà con crema di spinaci, purè di susine e salsa alla menta. L’happy hour, invece, è in stile “tapas”: nel pre dinner al costo di 20 euro, si ha diritto a tre abbondanti proposte abbinate a un vino a scelta proveniente da terroir italiani.

Un peccato non lasciarsi andare

«L’idea del Tiramisu Delishoes – esordisce Antonio Carstulovich, titolare del ristorante – nasce facendo leva su due “peccati” molto femminili: scarpe e dolci, connubio vincente che lega il settore fashion al food. Per questo abbiamo scelto come location Brera: tanti nostri clienti sono residenti in questa zona e si fidelizzano subito, altri sono attirati dal passaparola, spinti dalla curiosità di sedersi a tavola e mangiare qualcosa di diverso dal solito. Alcuni, invece, entrano perché convinti di essere in un negozio di calzature». Tiramisu Delishoes ambisce a moltiplicarsi. «Siamo alla ricerca di investitori intenzionati a finanziare nuove aperture – continua Carstulovich –. L’intenzione è replicare il progetto non in Italia, bensì all’estero». Trovato chi è disposto a mettere mano al portafoglio, il secondo step riguarda la scelta di chi dovrà gestire le operazioni in cucina. «Non è semplice trovare chef adeguati – osserva il titolare –. Combinare il dolce al salato è un’operazione molto tecnica e richiede un elevato grado di preparazione e abilità professionale, che non tutti possiedono».

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