Chi l’ha detto che l’antica eleganza del servizio non possa tornare? Presso il bistrot T’a Milano il menù offre la scelta di alcune pietanze, contrassegnate da una piccola padella, che vengono servite terminandone la preparazione direttamente al tavolo, in pentole d’argento: un’arte antica, riproposta in chiave contemporanea.
La cottura nell’argento richiama, infatti, una storica tradizione iniziata a fine ‘800, prima nelle casate reali e poi nei grandi alberghi di Londra e Parigi, dove fu introdotta dal grande chef Auguste Escoffier, padre della cucina moderna, insieme a César Ritz, storico maître di sala e fondatore degli omonimi hotel, che hanno inventato le preparazioni flambé presentate al tavolo.
Ma perché riportarla in auge oggi? Perché l’argento è un ottimo conduttore di calore, sia su fiamma che su piastra a induzione, e ne mantiene l’uniformità anche lontano dai fornelli, per questo si adatta perfettamente alle cotture che vengono ultimate al tavolo sotto gli occhi del cliente. Le caratteristiche delle pentole in argento, inoltre, le rendono molto amate dai salutisti, perché questo metallo è asettico e perché i recipienti ben si adattano alle preparazioni più moderne, di ispirazione mediterranea, che non hanno bisogno di lunghe cotture.
Le ricette scelte dallo chef del T’a, Umberto Vezzoli per queste speciali preparazioni comprendono un antipasto, “Composizione di capesante con verdure in agrodolce”; un primo, il risotto “Milano-Tokyo 1988 con caviale”, piatto storico firmato dallo chef bresciano; e, infine, un “Medaglione di pescatrice in guazzetto di pomodoro, olive e capperi”.
Partner di T’a Milano per questa iniziativa è l’Argenteria Dabbene, che ha aperto la sua storica sede di Largo Treves a Milano, già nel 1938.
Riproporre l’eleganza del passato? Vale la pena provarci!