Se cercate di capire il mondo dei blogger, dovete ascoltarli. Così ho deciso di intervistare Silvia Musajo, autrice del food blog “In viaggio in cucina”.
Che cosa si aspetta chi visita il tuo blog?
Molto prima di diventare io stessa una blogger consultavo i blog di cucina altrui, alla ricerca di idee e di ispirazione, semplicemente digitavo il nome di un piatto o di un ingrediente nei motori di ricerca e selezionavo dai risultati le foto o le descrizioni che mi sembravano più invitanti. Ritengo che la maggior parte delle persone che visita per la prima volta il mio blog arrivi in questo modo, semplicemente cercando una ricetta. Chi invece non è nuovo delle mie pagine sa già che può trovare riportati su di esse i risultati dei miei personali esperimenti in cucina e che le mie ricette sono semplici ma non banali, non copiate e non ripetitive, spesso trovano qualche interessante e breve informazione sugli ingredienti utilizzati. Nel mio blog i visitatori trovano poco fumo e molto arrosto… Per restare in ambito culinario.
E a te cosa piacerebbe comunicare?
Ho scelto il titolo “In viaggio in cucina” perché riassume la mia filosofia ai fornelli. Attraverso questa intestazione ho voluto comunicare che nel mio blog si spazia tra cucina italiana e cucina etnica, tradizionale o creativa, insomma, non pongo limiti alla mia curiosità, alla voglia di conoscere e sperimentare. È bene fare tesoro della propria tradizione, storia e identità, ma dobbiamo allargare gli orizzonti per crescere culturalmente e personalmente, imparando a essere “cittadini del mondo” e a non avere pregiudizi o paura di ciò che è diverso, neanche a tavola e in cucina. Mi piace pensare che le persone che seguono il mio blog la pensino come me.
Qual è il ruolo di un blog di gastronomia?
Dai blog si traggono idee e informazioni da persone comuni a persone comuni, i blogger sono studenti, mamme, casalinghe, professionisti, giovani o anziani, chiunque può avere un blog e nessuno giudica o viene giudicato per l’apparenza, ma solo per il contenuto che può essere di qualità o meno. È il pubblico che valuta e sceglie chi seguire. La comunicazione attraverso i blog avviene in modo semplice e diretto, per quanto riguarda quelli di cucina, per esempio, le ricette sono spiegate e raccontate come si farebbe tra amici, per questo sono spesso più dettagliate e risultano più facilmente comprensibili rispetto a quelle scritte dai professionisti.
Il rapporto tra blog e aziende? Quando e come accettarlo?
Molte aziende non sono corrette e contattano i blogger chiedendo di fare loro pubblicità pubblicando una o più ricette gratuitamente o quasi o in cambio di qualche prodotto. Penso che sia mortificante e non bisognerebbe accettare di lavorare gratuitamente. Per ogni ricetta oltre al materiale e agli ingredienti ci vuole tempo e noi facciamo tutto da soli: cuciniamo, fotografiamo e scriviamo, per pubblicare un post di qualità può essere necessario anche più di un giorno.
Gestire un blog: per passione o per professione?
Qualche blogger per esperienza e anzianità può vantare un “pacchetto follower” sostanzioso e riesce a farsi pagare da diverse aziende per fare pubblicità, ma fare di un blog un effettivo mezzo di sostentamento è molto difficile. Si può dire che è una “professione per passione”?
Quale è il rapporto con i media (carta stampata, siti dei giornali…)?
Molti giornalisti non mostrano simpatia nei nostri confronti, forse vedono i nostri post come possibile causa di calo di vendita dei giornali (anche se a mio avviso un blog e una testata giornalistica in cui lavorano tecnici e professionisti del settore sono molto differenti), altri invece sono ben disposti e, avendo intuito che in questo momento i blogger sono considerati dei personaggi, inseriscono nelle riviste le nostre ricette e le nostre interviste.
C’è un rapporto tra blog e arte?
Alcuni foodblogger pubblicano foto bellissime o scrivono racconti particolari prima delle ricette, non so se si possa parlare effettivamente di arte, di certo un blog è un potenziale mezzo per stimolare e utilizzare la propria creatività, non solo ai fornelli.