#food, #yummy, #coffee, #instafood. Basta digitare questi caratteri sul motore di ricerca di Instagram e compariranno milioni di foto. Sì, perché il cibo sembra essere il protagonista assoluto degli scatti pubblicati su quello che è uno dei social network in più rapida ascesa. Instagram nasce nel 2010, avendo come unico proposito la condivisione di immagini: nei suoi quattro anni di vita ha visto crescere in modo esponenziale il numero di user, raggiungendo il picco di 300 milioni di utenti attivi. Il motivo del successo è molto semplice, le fotografie fanno breccia sulle emozioni, e creare immagini accattivanti e impattanti con Instagram è facilissimo. Naturalmente il potenziale di questa applicazione non è sfuggito ai maghi della comunicazione e in breve tempo è diventata una piattaforma fondamentale per il visual marketing. Nel mare magnum dell’insta-fotografia però non è semplice farsi notare: non è sufficiente pubblicare una “bella foto”, le immagini devono raccontare una storia, incuriosire l’utente e spingerlo a voler conoscere meglio l’azienda. Non a caso, il settore che ha tratto maggiori vantaggi da Instagram, è quello del Food & Beverage. Per gli chef Instagram è il luogo ideale per condividere in modo rapido le proprie ricette, pubblicando immagini appetitose o brevi video, qualche rapido consiglio culinario e, soprattutto, il rimando al loro blog, sito o ristorante. Ma questo non basta più. I follower sono esigenti e alcune grandi aziende “sfruttano” i seguaci facendoli sentire parte della loro attività. Purtroppo in Italia non ci sono ancora esempi importanti da riportare, bisogna quindi spostare l’attenzione oltre oceano e guardare Starbucks Coffee. Starbucks è tra i brand più popolari su Instagram, conta più di 3,5 milioni di seguaci. La strategia attuata da Starbucks è principalmente quella del regram, ovvero ripubblicare foto (belle) pubblicate dai follower, taggarli e farli sentire così parte della “famiglia”. La fedeltà è assicurata. Un’altra tecnica che molte aziende utilizzano è quella di mostrare il “dietro le quinte”, scattare una foto alla materia prima per esempio, ai componenti del team, oppure pubblicare un’immagine che rappresenta un prodotto in uscita equivale a invitare i clienti a prendere parte al processo di produzione. Ma il cibo su Instagram è anche e soprattutto una forma d’arte, se un piatto è bello, prima dell’assaggio viene lo scatto, a volte compulsivo, tanto che in alcuni ristoranti della Grande Mela è addirittura vietato immortalare le portate. Alcune aziende e ristoranti però hanno fatto il contrario, invitando clienti e commensali a instagrammare i piatti inserendo hashtag studiati ad hoc. Birds Eye, azienda specializzata in cibi surgelati, nel 2014 ha creato dei pop up restaurant dove era addirittura possibile mangiare gratis: per pagare era sufficiente pubblicare il proprio clic.
Instafood: il successo in un clic
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