Carissimi artigiani,
è scoppiata in tutta Europa la polemica sulla Bid (Business improvement districts). E in Italia? Sono convinta che, assorbiti nelle solite sterili polemiche nazionali, non sappiamo neppure di che cosa si stia discutendo oltreconfine. Si tratta della costruzione di quartieri a cinque stelle, un modello di gestione pubblica-privata dei centri storici o di quartieri scelti per la loro storia nella vita di una città. A riaccendere le polemiche, mai sopite, è stata la decisione del governo spagnolo di “appaltare” la gestione di aree urbane ai commercianti. Chi le osteggia teme la creazione di aree privilegiate rispetto a zone abbandonate al loro destino, ovvero al degrado. Il primo esperimento di aree di lusso gestite da privati data 1969 ed ha visto la luce a Toronto per poi espandersi soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Gran Bretagna, in Nuova Zelanda, in Germania e in Olanda. Il modello più seguito è quello americano e britannico: i commercianti di una zona versano una imposta supplementare all’amministrazione comunale e in cambio hanno diritto a servizi extra per migliorare la pulizia, l’arredo urbano, la possibilità di creare eventi. Si paga di più per attirare più visitatori, dunque possibili clienti. Madrid e Barcellona si dicono pronte a giocare questa carta. I commercianti si mettono insieme, discutono, promuovono una sorta di referendum, fanno un business plain e lo propongono al Comune. Il Comune lo studia e lo approva, decide la tassa supplementare e provvede a rispettare il patto. La gestione delle aree diventa mista, il pubblico e il privato collaborano. Certo il rischio è che si avvantaggino le aziende più ricche a danno delle meno forti, ma rimane pur vero che il degrado non aiuta il commercio. Facciamocene una ragione: i Comuni non hanno più soldi e la cooperazione intelligente tra artigiani e commercianti può aiutare una città a risorgere. Oltre alle zone centrali, si possono recuperare intere zone periferiche, creando quartieri dove l’artigianalità diventa un modo per dare una nuova identità a periferie abbandonate. L’Italia era nota in tutto il mondo per la sua creatività, oggi rischiamo di essere associati ad una vecchia signora che vive solo di rimpianti e di ricordi. A quando la riscossa? Di Monica Viani