Cresce anche in Italia l’interesse per il caffè di qualità. Operatori e clienti stanno iniziando a dire basta a lavorazioni – come tostature scure e molto spinte – che uccidono gusti e aromi, a materie prime di scarso pregio e al miraggio della qualità a basso prezzo. È indicativo l’aumentare del numero dei corsi a dimostrazione che sempre più operatori hanno compreso l’importanza della formazione e dell’aggiornamento. Lo confermano i dati Scae – Specialty Coffee Association of Europe – associazione che, lo scorso anno, ha sommato 496 certificazioni e, nei primi sei mesi del 2014, ben 421. Lungo tutta la penisola si moltiplicano appuntamenti aperti alle diverse figure della filiera del caffè che mirano a fare cultura sul prodotto e sui diversi metodi di estrazione e cresce il numero di chi vi partecipa, in primo luogo baristi e consumatori finali.
Per Enrico Meschini, presidente CSC (Caffè Speciali Certificati): «È un fenomeno lento, avvertibile in un’importante inversione di rotta di cui vedo i primi segni: se tradizionalmente i parametri su cui si basava la scelta del barista erano la notorietà del prodotto e la sua ampia presenza sul mercato, la resa in termini economici e solo in ultima battuta il fattore qualitativo, ultimamente è da quest’ultima richiesta che prende il via la ricerca».
Il futuro sarà gourmet? «È un fenomeno in atto in numerosi Paesi e che ha ormai preso piede negli Stati Uniti, dove si stima rappresenti il 20% dei consumi, orientati su prodotti selezionati, di pregio» riprende Meschini. «Penso che con tempi abbastanza lunghi – una decina d’anni – potrà arrivare anche in Italia, sull’onda di una maggiore attenzione nei confronti della qualità da parte dei baristi come pure dei consumatori, che finalmente sapranno riconoscere e premiare chi offre prodotti di eccellenza, mostrandosi disposti a pagare il giusto per un eccellente espresso».
Proprio con l’obiettivo di proporre caffè di alta qualità, è nata l’associazione CSC, che raccoglie torrefazioni con il comune intento di promuovere la qualità e la cultura del caffè di pregio, facendo fronte comune nella realizzazione di un prodotto di qualità superiore certificata. Si tratta di aziendeche hanno unito le proprie forze al fine di assicurarsi la fornitura costante di materia prima di pregio, a fronte di un mercato globale che da anni assiste a un lento, ma progressivo peggioramento degli standard qualitativi del caffè verde.
Una peculiarità dell’associazione è il rapporto diretto con i produttori, fatto di contatti frequenti, di sopralluoghi con visite alle piantagioni, agli impianti di lavorazione e tante sessioni di assaggio. Dove è necessario e possibile, vengono promosse attività di sostegno ai produttori: un impegno che ricade positivamente sulla cura del prodotto e fa sì che dietro ogni caffè ci sia una “storia”. CSC non acquista direttamente, ma organizza ed effettua i controlli necessari per garantire i migliori caffè, mettendoli a disposizione degli associati. Quando ne viene acquistata una partita, i suoi assaggiatori la confrontano con il campione testato in precedenza: se le sue caratteristiche sono in linea con il prodotto di riferimento, può ricevere la certificazione di caffè speciale certificato, dunque il bollino.