Farinetti a RistorExpo: coraggio, semplicità e capacità di fare impresa

Farinetti a RistorExpo: coraggio, semplicità e capacità di fare impresa

Il fondatore di Eataly è intervenuto a RistorExpo2014 annunciando, tra le altre cose, la data dell’inaugurazione di Eataly Milano, il 18 marzo prossimo, e l’apertura – fra due anni – di Eataly Parigi, in collabrazione con Galeries Lafayette.

Nel suo intervento, Farinetti ha parlato anche del suo ultimo libro “Storie di Coraggio”, dove spiega la sua visione del mondo. Già nei mesi scorsi era intervenuto all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università del Piemonte Orientale e – in un discorso agli studenti – aveva enunciato le sue sette regole per affrontare la crisi e il futuro.

A RistorExpo, Oscar Farinetti ha affrontato tre aspetti chiave: coraggio, semplicità e capacità di fare impresa.

Ecco cosa ha detto:

1. Coraggio – Inteso non solo come “non aver paura”, ma anche come capacità di rimettersi in discussione

«È difficile definire il coraggio. Avere coraggio significa non aver paura, ma anche agire con coscienza civica rispettando il senso della priorità ed utilizzando la capacità di analisi. Oggi, in Italia, tutti possono avere successo in qualsiasi campo, basta avere coraggio. Stiamo consegnando ai giovani un paese in uno stato pietoso e, paradossalmente, in questo scenario così disastroso, i giovani posso solo risalire e devono essere capaci di risolvere i problemi da soli, senza aspettare che vengano risolti da chi, negli ultimi trent’anni, li ha creati. I paesi in crisi si riconoscono perché sono quelli nei quali nessuno cambia idea, anche se sbagliata, dove tutti si credono innocenti. Bisogna guardare agli Usa, leader assoluto nel mondo, dove il segreto sta nell’iniziare ogni pensiero con il “maybe”. Il segreto è riuscire a gestire i contrasti apparenti mettendo insieme valori che a prima vista sembrano contrastanti, come l’informalità e l’autorevolezza, l’autoironia e il senso dell’orgoglio, l’onestà e la furbizia».

2. Semplicità – La semplicità deve diventare la normalità

«Uno degli slogan di Eataly è “It’s difficult to be simple”, ovvero “è difficile essere semplici”. Abbiamo creato un nuovo modo di impostare un progetto: prendiamo il meglio di due cose e ne creiamo una nuova che ancora non esiste, il tutto con massima semplicità. Ciò che è semplice è anche normale, e questo deve diventare il nostro obiettivo per il futuro, ribellandoci, per esempio, al fatto che l’anormalità burocratica sia una normalità nel nostro paese».

3. Capacità di fare impresa e superare il contrasto tra l’arte manifatturiera italiana e il provincialismo che ci contraddistingue

«Stiamo ipervalutando la politica perché non è grazie a questa che in Italia si assumono più persone o aumentano le esportazioni. Oggi la cosa più importante è fare impresa, generata da lavoratori e padroni. Siamo una società di consumi basata sul lavoro, sui salari ed il consumo. Questi tre elementi si autoalimentano in una spirale che ha fatto aumentare di vent’anni le aspettative di vita e che ora si è interrotta perché la politica non è riuscita a gestire la cosa pubblica, chiedendo troppe risorse ai privati. Dobbiamo svegliarci la mattina con un numero in testa: 0,83. Questa è la percentuale di italiani nel mondo. Il resto dei cittadini del mondo vuole le tre F che caratterizzano l’Italia: Fashion, Food e Forniture. Bisogna quindi studiare il mondo nel suo complesso e superare il contrasto tra la grandissima arte manifatturiera italiana e il provincialismo troppo accentuato che ci rende incapaci di vendere nel mondo».

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