Rendere concreti nuovi modelli che colleghino, in un percorso fluido e permanente, le ricchezze del territorio con la vita sociale e la partecipazione attiva dell’industria: ecco i particolari di una nuova ricetta che coniuga socializzazione, cultura, la ricerca universitaria e la gastronomia
Il mondo sta cambiando molto profondamente e per le aziende il dilemma di questi ultimi anni è capire come ridurre i costi, rimettere in careggiata la propria attività ma sopratutto, capire le nuove esigenze dei clienti. Avanza, prepotente, una nuova era e nuovi consumi caratterizzati da questi ingredienti: la condivisione – reale e digitale – la partecipazione dal basso, la capacità di emozionare, il coinvolgimento istituzioni, sopratutto i Comuni e un ruolo nuovo da parte delle aziende che deve porsi in ascolto delle esigenze emerse verso un consumo coniugato con la socializzazione e un nuovo concetto di condivisione.
I simboli del cambiamento
Queste intuizioni sono evidenziate da una serie eclatante di dati: il Festival della Mente di Sarzana fa, ogni anno, sold out molte settimane prima dell’apertura, quello di Mantova in cui gli incontri si svolgono disseminati nel centro storico della città, nei giardini e nelle piazze, registra 102.000 presenze con 302 eventi, mentre al Festval della Filosofia di Modena/Carpi/Sassuolo si sono contate 184.123 presenze complessive nell’edizione 2012.
I numeri del Festival della Creatività di Firenze, fin che c’è stato, sono da record anch’essi: 400 eventi e un totale di circa 350.000 visitatori. E la regina, “La Notte della Taranta” (nella grecìa salentina), divenuto in quindici anni una delle più significative manifestazioni sulla cultura popolare in Europa, conferma circa 300.000 spettatori, divisi fra il famoso Concertone finale che si tiene a Melpignano e le quindici tappe del Festival Itinerante che lo precedono.
Riscoprire i tesori del locale e farne diventare alfieri di cultura, gastronomia e rinascita
La grande riscoperta dell’ortica, che da tre anni a questa parte caratterizza l’attività di Malabergo in provincia di Bologna, quale alimento di qualità, è un esempio virtuoso di attenzione e marketing del territorio: il Dott.Vincenzo Brandolini, Ordinario di chimica degli alimenti all’Università di Ferrara, ha iniziato la fase di test da oltre 8 mesi per l’approfondimento delle qualità e particolarità dell’ortica per uso alimentare, individuandone intanto anche una qualità protettiva verso il terreno su cui cresce: è attiva anche nell’abbattimenti di certi inquinanti.
Nel menù proposto durante la Sagra annuale, spiccano tortellini verdi all’ortica, gnocchi all’ortica, risotto all’ortica con asparagi, polpettone di carne con ortica e friggione, arrosto di vitello con ortica e patate e naturalmente tagliatelle, tortelloni, gramigna e lasagne tutti preparati dalle esperte cuoche volontarie di Malalbergo a disposizione, nelle giornate della Sagra, anche per corsi di sfoglia aperti a tutti.