Si allunga in tutte le direzioni la filiera biologica in Italia: in superficie coltivata, in produzione, nella distribuzione al dettaglio e nella ristorazione, nei consumi interni e nell’export. Lo conferma l’Osservatorio Sana 2013 sulla vendita e il consumo di alimenti biologici, curato da Nomisma per BolognaFiere, ha realizzato un’indagine, condotta in base alle fonti ufficiali disponibili, che sarà presentata al 25° Salone internazionale del biologico e del naturale (Bologna, 7–10 settembre) sabato 7 settembre, alle ore 14, nell’ambito del convegno “Osservatorio Sana 2013: tutti i numeri del bio made in Italy”.
Le colture bio
Secondo i dati Sinab-Servizio d’informazione sul biologico (istituito presso il Mipaaf), le aree dedicate alle colture bio hanno raggiunto nel 2012 una superficie di 1.167.362 ha (9% della superficie agricola italiana), con un incremento del +6,4% rispetto al 2011. Le aree bio più estese risultano quelle destinate alle colture foraggere, con una superficie complessiva di 255.003 ha, seguite da cereali (210.543 ha), prati e pascoli (205.156 ha), uliveti (164.488 ha) e agrumi (25.340 ha). Le colture bio che hanno registrato un maggiore incremento in termini di superfici coltivate sono quelle dell’olivo (+16% rispetto al 2011), degli agrumi (+15%) e dei cereali (+14%), mentre sono scese quelle destinate agli altri seminativi (-52%), alle piante da radice (-36%) e alle colture industriali (-15%).
Gli operatori bio
In Italia (dati Sinab) la filiera bio comprende 49.709 operatori: 40.146 agricoltori, 5.597 trasformatori, 3.669 agricoltori-trasformatori e 297 importatori. Rispetto al 2011 si registra un incremento del numero totale di operatori bio del +3%. Sicilia, Calabria e Puglia sono le regioni pilota rispetto al numero di operatori e registrano, rispettivamente, 7.918, 7.201 e 6.111 unità. In particolare, la Puglia ha segnato nel 2012 un incremento del +20% rispetto al 2011 degli operatori della filiera del bio.
Gli operatori retail
Nel nostro Paese sono aumentati anche i negozi specializzati che vendono prodotti biologici: dalle 1.163 unità registrate nel 2010 si è arrivati nel 2012 a 1.270 (dati BioBank). Più in dettaglio, il Sud e le Isole e le regioni del Nord-Ovest hanno registrato rispetto al 2010 un incremento del +14 per cento.
I consumi
Secondo dati Nomisma, nel 2012 il peso dei consumi alimentari bio in Italia è stato dell’1,45% sul totale dei consumi alimentari. Per altre fonti si raggiungerebbe anche il 2 per cento.
Nel 2012, le vendite complessive bio in tutte le tipologie di canali (gdo, pdv specializzati, ristorazione) si sono attestate a 2 miliardi di euro annui con una variazione percentuale positiva del +6,7% rispetto al 2011.
Anche nel 2013 i consumi bio viaggiano col vento in poppa. Nel primo semestre 2013, mentre risultano in calo le vendite alimentari totali (-1,8%), volano i consumi domestici dei prodotti bio confezionati, con una variazione positiva rispetto al 2012 del +8,8% (dati Ismea/Gfk-Eurisko).
Per tutte le categorie merceologiche bio la variazione degli acquisti 2011-2012 è stata positiva: ortofrutta fresca e trasformata +8%, lattiero caseario +4,5% , biscotti, dolciumi e snack +23 per cento. Leggera flessione solo nell’acquisto di uova (-2% nel 2012 rispetto al 2011).
Nel 2012, gli acquisti domestici in gdo di prodotti biologici confezionati si sono concentrati soprattutto nel Nord Italia (70,8% degli acquisti); nel Centro Italia il 22,3% e il 6,9% nel Sud Italia.
I bioconsumatori
Nel 2013 il 54,5% dei consumatori italiani ha avuto almeno una occasione di acquisto di prodotti biologici.
Secondo l’indagine Nomisma, il 32,4% dei consumatori di biologico acquista ogni giorno o quasi prodotti alimentari bio, il 31,5% almeno una volta alla settimana. Per il 71,2% dei consumatori bio la sicurezza degli alimenti biologici rappresenta la motivazione trasversale dell’acquisto, ma tra i frequent users aumenta la quota (29%) di chi acquista i prodotti bio perché considerati buoni.
Nomisma, il bio in Italia vale 2 miliardi di euro (+6,7%)
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