Oltre 26mila presenze per l’appena conclusa 53esima edizione della Mig di Longarone. La Mostra Internazionale del Gelato Artigianale conferma così la sua importanza nel comparto gelatiero, con un grande afflusso di operatori provenienti da cinquanta paesi.
Il presidente di Longarone Fiere Dolomiti, Oscar De Bona ha dichiarato: «Con questa edizione la Mig ha rafforzato il suo ruolo di evento internazionale, pur mantenendo intatto e anzi rafforzando quel clima di familiarità che l’ha sempre contraddistinta negli anni, diventandone uno dei principali fattori di successo (ciccate qui per vedere la galleria di immagini che la redazione di Dolcesalato ha scattato alla Mig). La maggior gratificazione per noi è stata la soddisfazione manifestata da espositori, gelatieri e operatori tutti».
L’interesse è rimasto vivo in tutte le giornate della fiera, con un’attenzione particolare verso i concorsi, che da anni caratterizzano la manifestazione. Come la 17esima edizione del premio internazionale “Mastri gelatieri”, che Longarone Fiere Dolomiti attribuisce ogni anno a personaggi o famiglie che abbiano dato un apporto concreto alla promozione e alla valorizzazione del gelato artigianale italiano. Quest’anno il riconoscimento è stato assegnato alla gelateria “La Veneziana” di Giovanni e Bortolo De Luca di Lisbona (Portogallo). Bortolo ha cominciato a lavorare quasi cinquant’anni fa nella gelateria aperta dal padre Giovanni, originario di Borca di Cadore, nel lontano 1933. Una vita di sacrifici, ma anche di grandi successi in una delle città più belle del Portogallo. Bortolo ha partecipato a diversi corsi per gelatieri affinando la preparazione per un gelato di qualità genuino e particolarmente apprezzato. A lui e al padre è andato dunque con pieno merito nel nome della gelateria “La Veneziana” il premio “Mastri Gelatieri 2012”.
Ma accanto ai momenti festosi e conviviali, non sono mancati gli appuntamenti dedicati all’approfondimento di tematiche importanti per il comparto. Grande interesse ha riscontrato infatti il convegno “Le gelaterie artigiane e le catene di gelaterie: uno scenario in evoluzione nel mondo del gelato”: il cui tema è di scottante attualità. Lo conferma la presenza in platea di tanti gelatieri, ma anche dirigenti di aziende del settore, rappresentanti delle istituzioni e associazioni e di giornalisti.
Tra i relatori Arnaldo Minetti, noto imprenditore e opinionista di settore, gli esponenti delle più importanti associazioni confindustriali delle aziende fornitrici della filiera del gelato, il presidente di Aiipa Fabrizio Osti e quello di Acomag Vittorio Bartyan, e poi Luciana Polliotti, giornalista e curatrice del “Gelato Museum Carpigiani”, e Andrea Soban, gelatiere ma soprattutto attento osservatore del comparto e collaboratore di riviste del settore. E a moderare il tutto Paolo Diana. Toni pacati e nessuna demonizzazione delle catene, ma soprattutto un’analisi delle attività artigianali che – è emerso dal dibattito – devono soprattutto puntare sulla unicità dei valori che ogni gelateria artigianale è in grado di esprimere. Concetto espresso in primo luogo da Arnaldo Minetti nella sua relazione introduttiva: «Che si parli di una qualsiasi delle catene che si stanno diffondendo – ha sottolineato – poco importa: stesso nome, stesse insegne, stesso arredo, stesso prodotto, stessi accessori, stesse divise; talvolta con un’offerta non scadente e un buon servizio. Ma cosa c’entra tutto ciò con l’artigianalità, con l’unicità del gelatiere, del suo locale, del suo gelato? La qualità artigianale è un’altra cosa: crea un’atmosfera particolare, una curiosità e una ricerca del piacere che nessuna catena seriale potrà mai creare».
Attenzione però alla progressiva saturazione del settore, come ha sottolineato Vittorio Bartyan, presidente di Acomag: «Con l’attuale disordinato e forzato sviluppo del settore si marcia spediti verso la saturazione, la disaffezione del consumatore e le critiche ormai continue. Sono convinto che, in momenti come quelli che stiamo vivendo, il tema è fare in modo che “le pratiche migliori” diventino patrimonio comune dell’intero sistema del gelato. Per questo occorrono regole corrette, normative ufficiali, ordine e chiarezza”. Bisognerà soprattutto dare una definizione precisa di cosa sia il gelato artigianale e usare soprattutto una denominazione univoca».
Fatto questo bisognerà anche definire, pubblicizzare e difendere la particolare tipologia del gelato artigianale e di produzione propria, pensare alla formazione e a un percorso di abilitazione professionale certificata. Rispettando l’unicità del proprio locale. L’obiettivo è quello di fare meglio delle catene. E in questo contesto la comunicazione verso il consumatore assume un ruolo strategico, come ha spiegato Luciana Polliotti, che nel suo intervento ha preso le catene come esempio da imitare perché hanno saputo cogliere l’importanza degli aspetti comunicativi per il successo del business.
Anche per Andrea Soban è importante saper cogliere gli aspetti positivi contenuti soprattutto nell’organizzazione delle catene; l’idea con la quale ha chiuso le sue considerazioni è stata un monito rivolto ai colleghi: «Le gelaterie artigiane devono essere delle vere e proprie “scatole di vetro” di fronte ai consumatori, ai quali ogni gelatiere deve essere preparato a dare risposte esaustive e competenti».
E il tema della trasparenza è stato affrontato anche dal presidente di Aiipa Fabrizio Osti, che ha parlato di ingredienti, evidenziando come la comunicazione degli stessi sia per le catene un veicolo di marketing strategico. Il cartello ingredienti, infatti, può diventare un efficace strumento di vendita e la realtà artigianale, proprio per la sua unicità, qualità e varietà delle proposte, può quindi risultare vincente nei confronti delle catene seriali. Osti, a questo proposito, ha anche evidenziato una ricerca di mercato commissionata da Aiipa qualche anno fa per sondare quale fosse l’opinione del consumatore relativamente agli ingredienti del gelato artigianale. Questa ricerca ha attivato all’interno delle aziende Aiipa programmi di sviluppo finalizzati a creare un gelato artigianale con la stessa fruibilità dell’attuale ma con etichette tali da riflettere le aspettative del consumatore.