Sonia Balacchi, riminese, recentemente incoronata Pastry Queen al Sigep di Rimini si racconta a Dolcesalato. La Regina della Pasticceria attualmente svolge attività di consulenza di pasticceria e cioccolateria, è sempre in giro per l’Italia, da un laboratorio all’altro per insegnare ai colleghi artigiani la lavorazione del cioccolato e le più innovative tecniche per utilizzare gli stampi in silicone, anche nella realizzazione di torte monumentali.
Sonia, qual è stata la sua formazione?
Nonostante la mia passione innata per la pasticceria, ho effettuato studi di tipo scientifico al Liceo Serpieri di Rimini, per formare quelle che per me sono basi culturali fondamentali.
Mi sono avvicinata a questo mestiere solo nel 2006, frequentando corsi e stage di cucina creativa e pasticceria. Nel 2007, grazie alla scuola CAST Alimenti di Brescia, ho incontrato professionisti di caratura nternazionale, docenti presso la struttura, che mi hanno permesso di capire la professionalità e lo studio che devono caratterizzare ogni singola preparazione e corso. Ne sono stata affascinata, ho trovato quello che cercavo: ricerca, alta qualità e perfezione di esecuzione.
All’inizio del mio percorso formativo, ho conosciuto tante persone – in primis Vittorio Santoro, direttore della CAST e i maestri del corpo docenti – che mi hanno insegnato quale fosse il giusto percorso per ottenere, attraverso la conoscenza della materia prima e il corretto metodo di lavorazione, un prodotto di alta qualità. Successivamente ho voluto fare esperienze nei vari settori, per capire quello che poteva essere il mio indirizzo specialistico. Si sono alternate così stagioni presso la gelateria Very Good di Francesco Palmieri a Manfredonia, poi presso la pasticceria-cioccolateria di Roberto Rinaldini a Rimini e infine da Stefano Laghi a Faenza, in cioccolateria e come sua assistente personale. Ho seguito inoltre uno stage di due settimane al ristorante Le Manoir aux Quat’ Saisons di Oxford per conoscere, anche se in minima parte, la realtà della pasticceria da ristorazione in un ristorante “due stelle” Michelin. Dal 2011 sono diventata chocolate personal training per l’azienda Decosil, faccio consulenze nei laboratori in Italia per insegnare a lavorare il cioccolato e a creare soggetti e torte monumentali con gli stampi in silicone. Sono state esperienze che hanno accresciuto le mie conoscenze e mi hanno permesso di trovare la mia identità, oltre a conoscere realtà straordinarie e persone meravigliose.
Perché ha deciso di partecipare a questa competizione?
Sono molto determinata nel perseguire i miei sogni e cerco di tenere sempre ben fisso l’obiettivo finale. All’inizio ero un po’ titubante, perchè anche solo l’idea di rappresentare la pasticceria italiana al femminile è un peso enorme, ma ho sperato di esserne all’altezza e mi sono preparata con grinta e costanza. Essere la prima italiana a vincere il primo concorso mondiale dedicato alla pasticceria femminile è per me motivo di grande orgoglio. I concorsi ti permettono di metterti alla prova, di verificare le certezze e migliorare le lacune, facendo un percorso di crescita esponenziale e mirato alla perfezione dell’esecuzione. Era una sfida con me stessa che volevo intraprendere ed è stata una grande soddisfazione riuscire a mettere a frutto i mesi impegnativi di allenamento lavorando in gara per come mi sono allenata.
Come si è preparata al concorso?
Devo sottolineare, come prima cosa, che avere avuto il supporto di due grandi professionisti come Diego Crosara e Davide Malizia (i miei allenatori) è stata per me una fortuna inestimabile. Il mio impegno quotidiano è stato quello di renderli orgogliosi del lavoro svolto insieme, fino all’ultimo secondo di gara. Ho iniziato i miei allenamenti alla CAST Alimenti già a luglio per la selezione, è stato grazie a Vittorio Santoro e a tutto lo staff che mi sono potuta preparare in un ambiente altamente professionale e idoneo. Questa è stata una grande occasione per me, ho fatto allenamenti di 15 ore al giorno: ogni procedura nelle competizioni è importante, ho voluto curare tutto nel minimo dettaglio. Serve esperienza e attenzione che grazie ai miei allenatori ho acquisito giorno per giorno.
Cosa significa per lei questa vittoria?
Una gioia indescrivibile. La soddisfazione, nonostante tutte le “avversità”, di aver ottenuto un risultato per il quale ho lottato tanto. Fino all’ultimo secondo di gara ho mantenuto alta la concentrazione, con cuore e stomaco “paralizzati”; ogni muscolo del mio corpo era in tensione e pronto a sostenere le nove ore di gara senza sosta. Quando ho ricevuto i premi per Miglior Torta al Cioccolato Domori e Miglior Dessert al Piatto Innovativo, il mio animo era già al settimo cielo, perché con il mio allenatore Diego Crosara abbiamo investito tanto nella perfezione della lavorazione e nell’equilibrio delle ricette. Quando, poi, ho sentito pronunciare il mio nome come Pastry Queen, penso che ogni cellula del mio corpo abbia esultato orgogliosa del lavoro svolto e riconoscente delle persone e professionisti che mi hanno supportato in questo percorso. Sicuramente la vittoria ha avuto un grande riscontro mediatico e, già dal giorno dopo, sono stata impegnata con interviste su giornali e alla radio. La cosa che più mi ha fatto emozionare sono state le ragazze della Scuola Alberghiera, che mi hanno chiesto foto e autografi. E’ bello sapere che giovani studenti ti vedono come un esempio da seguire, significa che sono sulla strada giusta per trasmettere la mia grande passione, come professionista e come donna.
Non posso esimermi dal ringraziare chi ha creduto in me: i miei allenatori, il mio assistente Davide Volpe, Luishernan Arzenton & Monica Balacchi Designer per avermi curato la brochure, la CAST Alimenti al completo, il Molino Dallgiovanna, Silikomart, Ravifruit, Pavoni, Decosil e, naturalmente, gli organizzatori, ovvero Sigep e Roberto Rinaldini. Senza dimenticare l’Ampi, che ha seguito l’intera manifestazione e, in particolare, i maestri Gino Fabbri e Iginio Massari, che rappresentano due grandi guide nel mio percorso formativo.
Cosa vede nel suo futuro professionale? Parteciperà ad altri concorsi?
In futuro mi piacerebbe aprire una mia attività, per potermi sentire pienamente realizzata sotto ogni aspetto. La possibilità di partecipare ad altri concorsi non è esclusa, ma per il momento vorrei investire su questa vittoria vivendola come un inizio per nuove sfide e una continua crescita.
Qual è la sua opinione su questo concorso tutto al femminile? E sul ruolo delle donne in pasticceria?
Quando ho iniziato a fare questo lavoro, sei anni fa, la figura femminile era meno presente, anche nei corsi professionali. Col passare del tempo le donne hanno iniziato a farsi apprezzare per le loro doti professionali ed è per me oggi una soddisfazione immensa poterle rappresentare, come prima professionista italiana che riceve un riconoscimento mondiale. Devo ringraziare Sigep e Roberto Rinaldini per questa occasione e spero che di poter essere da stimolo per le mie colleghe e le nuove generazioni a proporsi come professioniste qualificate. La giacca identifica un professionista, non il suo sesso. Facciamoci valere per le nostre doti professionali!
Qualche aneddoto divertente o curioso durante la competizione?
Non saprei dire… non ho alzato la testa per nove ore e fino all’ultimo secondo la tensione era massima. Quello che ancora oggi mi emoziona è stato l’abbraccio con Diego Crosara al momento della vittoria. E la piacevole sorpresa dei ragazzi della CAST che mi hanno portata in trionfo e lanciata più volte in aria.