L’azienda modenese, produttrice di Aceto Balsamico, Monari Federzoni festeggia 100 anni con la qualità di sempre e guarda al futuro con ottimismo.
Monari Federzoni, leader nella produzione di Aceto Balsamico di Modena e prima azienda del settore a richiedere e ottenere la licenza Ministeriale per la produzione e commercializzazione di questo prodotto, festeggia oggi i suoi primi 100 anni di attività. Una storia costellata da grandi successi e da un costante sviluppo in termini di fatturato e di innovazione, cominciata nel 1912 grazie alla passione della fondatrice Elena Federzoni e giunta ai giorni nostri, dopo quattro generazioni della medesima famiglia, sotto la guida di un’altra donna: Sabrina Federzoni. Un ideale passaggio di testimone tutto al femminile per una realtà imprenditoriale che, con un fatturato in continua crescita, 19,7 milioni di euro nel 2011, e con oltre 74 ettari di vigneti coltivati, è tra i leader del settore, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per l’alta qualità dei propri prodotti e capace di produrre 10.000.000 pezzi all’anno, pari a 113.000 hl di Aceto Balsamico di Modena IGP, e di esportare in oltre 50 Paesi in tutto il mondo. Numeri importanti che mostrano la leadership di un’azienda che vanta 175 referenze destinate al mercato nazionale e internazionale e che esporta ben il 60% della propria produzione, diventando all’estero uno dei simboli più rinomati della migliore cucina nostrana. Una qualità riconosciuta non soltanto dai consumatori, ma anche dalle società di certificazione che hanno attribuito all’azienda emiliana le principali certificazioni del Sistema Qualità come la BRC e l’IFS (Higer Grade). « Sono orgogliosa di rappresentare l’azienda che porta il mio nome in una data storica come quella odierna” – afferma Sabrina Federzoni, AD dell’Azienda e diretta discendente dei fondatori. Si tratta di un traguardo memorabile, soprattutto per una realtà monoprodotto come la nostra, raggiunto grazie al lavoro e all’impegno di innumerevoli persone che, in tutti questi anni, si sono alternate e hanno dato il loro fondamentale contributo. Questi primi 100 anni devono essere vissuti come uno stimolo per continuare a crescere e a innovare in modo da presentarci al prossimo centenario ancora più forti, solidi e conosciuti».
A.Ce. 11/01/2012