Facile essere d’accordo con le liberalizzazioni degli orari per negozi, bar e ristoranti, soprattutto se non consideri che cosa significhino per un piccolo commerciante o un artigiano. Non è un caso che la maggior parte delle associazioni di categoria le considerino un regalo alla GD in quanto per la piccola impresa prolunfare l’orario di apertura coincide con un aumento delle spese, insostenibile in un paese in recessione. Ma che cosa sta succedendo? Se a Roma il sindaco Alemanno ha già reso attuativo il decreto del governo, in regioni come la Toscana si è deciso di impugnarlo davanti alla Corte Costituzionale. Il Comune di Milano sta valutando se concedere l’apertura dalle 8 fino a mezzanotte, escludendo la fascia notturna. Quali sono le principali motivazioni che rendono caute le istituzioni locali nell’applicare le liberalizzazioni? L’incremento del lavoro nero, soprattutto di notte; l’aumento delle proteste dei cittadini per l’ingrossarsi del numero di locali che concorrono alla movida con conseguenti problemi di ordine pubblico, di quiete e di pulizia delle strade e non ultimo il pericolo di infiltrazioni mafiose e malavitose. Insomma si teme che l’abolizione di regole possa aumentare il caos senza portare alcun beneficio. Monica Viani
La liberalizzazione degli orari
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